A distanza di meno di un anno e mezzo dal suo sophomore, “Swim Inside The Moon”, Angelo De Augustine è tornato con questo suo nuovo LP, pubblicato digitalmente la scorsa settimana dalla Asthmatic Kitty Records di Sufjan Stevens (la release fisica, invece, avverrà venerdì prossimo, 25 gennaio).
Scritto in meno di una settimana poco prima del Natale del 2017, il disco (il primo studio album per il musicista losangelino) è stato poi registrato due mesi dopo ai Reservoir Studios di New York City insieme a Thomas Bartlett (Sufjan Stevens, St. Vincent, Glen Hansard, Rhye) in appena cinque giorni.
Le forti emozioni caratterizzano questo terzo album del californiano: molto intenso e personale, racconta in maniera assolutamente delicata e raffinata le pesanti esperienze di Angelo, conseguenze della fine di una relazione sentimentale, con tanti ricordi che dipingono la tristezza e la malinconia delle dodici canzoni presenti su “Tomb”.
Il titolo dell’album non è certo confortante, ma anche grazie all’aiuto di Bartlett, De Augustine ha saputo progredire, uscire dalla sua cameretta, avere più fiducia nei suoi mezzi e creare atmosfere fiorenti, sebbene la sua musica rimanga sempre personale, delicata e, per certi versi, semplice
L’apertura con la title-track, “Tomb”, che a noi ricorda un po’ il primo Bon Iver, gioca tra la voce e la chitarra, regalando sensazioni di intimità difficili da trovare altrove.
Molto elegante “Tide” che ci porta quella sensazione del mare calmo di notte, che sembra voler dormire per non essere differente dall’uomo; la bellissima “Bird Has Flown” presenta interessanti archi che, insieme al falsetto di Angelo, sanno darci grandi emozioni, mentre “Somewhere Far Away”, attraverso il sapiente uso di leggeri synth, si muove su territori ambient molto riflessivi.
“Tomb” è un disco meditativo, gentile, sensibile, raffinato e capace di colpire il cuore di chi ascolta: nonostante i temi duri e toccanti presentati dalle sue canzoni, questo album è una nota veramente positiva per l’inizio di 2019.
Photo Credit: Jess Collins