Il 24 giugno 2016 si è svolto ad Hampden Park, Glasgow, l’ultimo (pare) atto della carriera degli Stone Roses di Ian Brown, Mani, Reni e John Squire: una band di culto quella di Manchester, fonte di ispirazione per centinaia di altri gruppi a venire.
E’ appena uscito il nuovo album solista del frontman Ian Brown e il trentennale dell’omonimo album d’esordio è alle porte (usciva il 2 maggio 1989): non è questa un’ottima alzata per schiacciare con i dieci brani più significativi, in ordine cronologico, del quartetto inglese?
10 – SALLY CINNAMON
1987
Squire a creare vortici lenti e sognanti di chitarra, primaverile ed apripista al pop rock anni ’90
9 – ELEPHANT STONE
1988
Mani e Reni aprono il varco al fiume che è – ancora- la chitarra di Squire: vitale, ricca, eclettica. Brown e una melodia super pop fanno il resto. Bingo.
8 – MADE OF STONE
1989, da “The Stone Roses”
Atmosfere più cupe di chitarra e basso, rotte da un ritornello ancora una volta spensierato e da ballare ad occhi chiusi e braccia alte. Altra gemma.
7 – I AM THE RESURRECTION
1989, da “The Stone Roses”
Reni meccanico alla batteria, Mani a creare il giro di basso perfetto, Ian e Squire che si girano intorno con voce e chitarra. E poi il ritornello: un inno.
E la seconda parte è un jam funky e graffiante che sa di Big Beat come poco altro.
6 – WATERFALL
1989, da “The Stone Roses”
Estasi cristallina, prima che Squire prenda la situazione in mano con una lunga coda, in cui Mani e Reni danno un personale saggio di tecnica.
5 – I WANNA BE ADORED
1989, da “The Stone Roses”
Il basso grunge e sognante, le atmosfere rarefatte, i riverberi shoegaze, la voce soffusa di Brown: ipnotica, lieve ma trascinante, è l’apertura dell’omonimo primo disco. Apposto.
4 – FOOLS GOLD
1989
Cercavate un trip lisergico, tribale, un basso che non ti lascia scappare, una sequela jam di chitarra e ritmi di batteria vorticosi ed alieni? Eccovi serviti. Madchester all’ennesima potenza.
3 – ONE LOVE
1990
Mani e Reni apparecchiano la tavola, ancora, al jamming blueseggiante/Doors di Squire: il cantato di Brown fa il resto rendendola indimenticabile.
2 – LOVE SPREADS
1994, da “Second Coming”
I livelli del primo album, in genere, sono forse irraggiungibili: qua però, niente da dire. Squire fa il Jimmy Page, Mani e Reni danno l’ennesima prova di tecnica sopraffina, senza mai invadere la scena.
1 – BEGGING YOU
1995, da “Second Coming”
Vedi sopra, e qua i ritmi si fanno più danzerecci, incalzanti, nevrotici: The Chemical Brothers, niente da dichiarare?