I Fidlar hanno lasciato un solco, non enorme, ma abbastanza evidente nella scena garage, almeno per quanto riguarda il loro primo e secondo lavoro: pezzi “classici”, animo DIY, sguaiati, in bilico tra skate, punk e garage, buttati lì il giusto e senza troppe pretese, ma ora? Che ne sarà di loro visto che qui un rinnovamento nel sound pare essere alle porte?
Parliamoci chiaro, questa band non mi ha mai fatto veramente impazzire: molto, anzi, troppo simile ad altre centinaia di band che ho ascoltato nel periodo, però, nonostante tutto, ne riconoscevo il valore “culturale” come dicevo in precedenza (e anche quell’animo discolo e indisciplinato che non mi dispiace). Ora questo nuovo “Almost Free” effettivamente com’è? “…eh, direi nè carne nè pesce, che equivale a dire niente di speciale. Con rammarico noto che molti pezzi sono da cestinare, orribili e sinceramente senz’ anima (e se manca l’anima e l’indole qui siamo rovinati), esempi più che calzanti: “Get Off My Rock” e “Scam Likely”, per citarne alcuni, atrocità per le mie orecchie, che abbandonano in parte il passato scazzato della band, ma non presentano affatto un piacevole futuro, anzi.
Poi ci sono pezzi palesemente copiati (e senza vergogna) da Ty Segall, e qui potrei citare “Can’t You See”, “Flake” oppure “Almost Free” che sembra presa, con non poca violenza, da “Freedom’s Goblin”. Tra l’altro, per dire comunque una nota positiva, direi che questa forse è l’unica traccia veramente dignitosa che hanno fatto, per il resto trovo ben poco di buono in un disco che, più che variegato, pare confuso sulla sua vera strada, senza mai piazzare un pezzo veramente d’impatto.
Direi che se siete amanti del garage-punk potete anche ascoltarlo, ma senza aspettarvi molto che rimandi ai “vecchi” Fidlar. C’è voglia di cambiare certo, ma per ora il tutto non funziona affatto.
Photo: Weekly Dig, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons