25 anni di carriera, e poca voglia di fare le cose sul serio: o almeno, la forma ci farebbe pensare questo. Inoltre, e va specificato, legarli alla celeberrima ed heavy rotated “Boehmian Like You” del 2001, sarebbe fatal errore.
Surrealisti, enignmatici, hipster, cazzoni: gli aggettivi per inquadrare la loro lunga carriera potrebbero venire giù a cascata, e difficilmente troveremmo quello più giusto.
E se cercate un fil rouge, un picco stilistico, o più genericamente un senso a questo decimo album in studio della band di Portland, rimarrete delusi.
Pensare che questo “Why You So Crazy” sia destinato nelle loro idee ad un pubblico di n componenti o comunque ben identificato, potrebbe a sua volta lasciarvi con un palmo di naso: il padrone del baccellaio Courtney Taylor-Taylor e compagnia sembrano ormai fare più musica per diletto, per una qualche distratta sperimentazione, che per colpire chissà quale pletora di ascoltatori ovvero quale squisita nicchia di fan.
Siamo infatti di fronte ad un minestrone dove distinguiamo gli ingredienti solo perchè ci vengono fatti vedere una alla volta prima di finire nel pentolone: ecco quindi il country elettrico da toro meccanico di “Highlife”, quello più da festa religiosa e paesana dell’ironica “Sins Are Forgiven”, o ancora quello dal gusto sintetico anni 70-80 della dissacrante “Motor City Steel” (che fa il verso a “Real Wild Child” di Iggy Pop).
E ancora ingredienti dentro, con la scorribanda di “Be Alright” che ci riporta in territori sonori più avvicinabili ai primi Dandy Warhols e che possiamo anche risentire in “Small Town Girls” col suo loop, la notturna ed atmosferica “Forever” o il fluttuare ultraterreno “Next Thing I Know”, senza tener conto delle deviazioni estemporanee e sempre fuori contesto (quale contesto?) dell’opener “Fred N Ginger” col suo grammofono, il sapore anni 30 ed una dedica piuttosto ovvia, o quella di “Ondine” e il suo lungo piano che ci riporta sempre con la mente a compositori di inizio ventesimo secolo e forse anche qualche decennio prima. E se non bastasse, aggiungiamo pure le pulsioni da droga sintetica e sapore industrial di “Terraform” o l’ipnotica e deformata “To The Church”.
Vi piace la zuppa di generi preparata come schizofrenicamente, dal gusto futuristico quanto rètro? Se non fa per voi, statene pure lontani, mai il pentimento o il rimpianto verrà a bussare alla vostra porta, tantomeno un qualche tipo di vuoto nel vostro bagaglio musicale si farà probabilmente mai sentire.
Se invece vi piace la sfacciataggine, il coraggio, forse addirittura l’abilità di Taylor-Taylor e sodali di essere liberi nonostante tutto e tutti, e di farlo in modo che detto meltin’ pot risulti alla fine dei conti pure appetitoso perchè fatto con materia prima genuina, “Why You So Crazy” val bene una messa. O meglio, una mensa.