Questa sera in quel del Fabrique (l’ho già scritto che è il miglior posto dove vedere concerti?) va in scena un vero e proprio mini festival. Ad accompagnare gli headliner, The Wombats da Liverpool, in Italia per presentare il disco nuovo “Beautiful People Will Ruin Your Life” (per altro uscito esattamente un anno fa), anche i BLOXX e i Circa Waves.
In orario tipicamente british, ovvero le sette e quarantacinque precise, iniziano, per l’appunto, i giovanissimi BLOXX da Londra, piglio guitar sound fresco fresco e voce femminile a scaldare l’atmosfera (francamente non li conoscevo, a breve uscirà il loro disco d’esordio e andrò di doveroso approfondimento: stasera sono stati applauditi e apprezzati), subito dopo i Circa Waves, che per chi scrive, sono il piatto ricco della serata. Progetto che non ha la pretesa d’inventare nulla ma che ha confezionato due album di indie pop delizioso, elegante e con un gran gusto per la melodia (come pochi ultimamente, tradotto: fare le cose che si sanno fare e farle bene, senza voler essere pionieri di non so che a tutti i costi), hanno una setlist in modalità best of dei primi due album (“Young Chasers” e “Different Creatures”), quindi brani irresistibili come “Fire That burns”, “Fossils”, “Wake Up” o “Stuck” (tanto per citarne a caso, perchè sono tutti belli) ma anche i singoli come “Movies” e “Be somebody good” dal disco nuovissimus, quel “What’s like over there?” in uscita tra un paio di mesate, fanno il succo per un’oretta scarsa di live davvero high level, poi la musica è fatta di sensazioni e gusti. Per il sottoscritto chi scrive bene e semplice ha sempre quel qualcosa in più che arriva.
Subito dopo a fare da capofila gli altrettanto validissimi The Wombats, titolari, come detto sopra, di questo evento. Sono una certezza, forti di una carriera già copiosa, con 4 album pubblicati in poco più di una una decina d’anni, nulla da dire se non che snocciolano, come se niente fosse, tutto il loro repertorio, accontentando un pò tutti. Se l’ultimo disco è passato un pò in sordina (anche se in realtà il pubblico le conosce tutte a memoria), o forse sono io che me l’ero perso, quando uscì, la loro discografia è comunque ben rappresentata per tutti i fan in un Fabrique a capienza ridotta ma bello pieno, tra l’altro, di un audience giovanissimo (e anche qui è stata una piccola sorpresa). I Wombats suonato bene, facendoci ballare e pogare, in puro stile anni novanta, con tutte le loro hit da “Techno fan” a “Tokyo (Vampires & Wolves)”, da “Jump into the Fog” a “Moving to New York”, passando anche per le bellissime nuove come “Cheetah Tongue”, “I Don’t Know Why i Like You But I Do” fino alla ‘Arctic Monkeysiana’ “Ice Cream” (la loro migliore in assoluto, a mio parere), per un’ora e mezza di revival brit pop rock di grande quality. Well Done.
Bravissimi tutti.