Mancavano da parecchio i Be Forest: il loro sophomore, “Earthbeat”, era uscito proprio cinque anni fa e, dopo la fine del tour, il chitarrista Nicola Lampredi si era riunito con la sua altra band, i Brothers In Law, per preparare il loro secondo LP, “Raise”.
A parte una manciata di date alla fine del 2017, in occasione della ristampa del loro debutto, “Cold” (2011), non avevamo più avuto notizie della band pesarese, che vede nella sua formazione anche la bassista e frontwoman Costanza Delle Rose e la batterista Erica Terenzi.
Prodotto dallo stesso gruppo marchigiano insieme a Steve Scanu, il disco è stato poi masterizzato da Josh Bonati (Mac DeMarco, Zola Jesus, David Lynch).
Un colpo notturno? Puo’ essere così perchè queste nuove nove tracce sono davvero buie e, al contrario del suo predecessore, “Earthbeat”, che aveva trovato spazio per un po’ di luce, qui i Be Forest preferiscono camminare su territori cupi: la luce si è spenta, siamo in un luogo chiuso e oscuro, spesso ci sembra quasi di soffocare.
Già da “Empty Space” la chitarra riverberata di Lampredi ci trasporta su un percorso sonoro darkwave con influenze shoegaze: la voce angelica della Delle Rose poi ci regala sensazioni eccezionali (chiudete gli occhi per volare lontano), con le percussioni della Terenzi che, sia in questo brano che nel resto del disco, sembrano, invece, essere più potenti e aggressive rispetto al passato.
E, se la conclusiva “You, Nothing” è la traccia più melodica (ottimi qua i vocals di Costanza) e forse l’unica che ci lascia un minimo spiraglio verso la luce, “Sigfrido” ci allontana completamente da ogni speranza con la sua profonda oscurità .
Un cammino che continua in maniera positiva quello dei Be Forest, che, con questo terzo LP, hanno deciso di intraprendere la strada più buia possibile: ascoltiamo questi ventinove minuti, lasciandoci condurre in questo loro nuovo cupo universo.