Cinque anni fa “Conversations”, debutto di una giovane band inglese chiamata Woman’s Hour, veniva pubblicato dalla Secretly Canadian. L’artwork di copertina curato da Oliver Chanarin e Adam Broomberg (che hanno esposto alla Tate Gallery e al MOMA) e una serie di video minimali ma di grande impatto garantivano un’immagine estremamente riconoscibile al quartetto, perfettamente in linea con il loro elettro pop elegante e un po’ dark che ricordava i primi The xx o i Beach House.
Sembrava l’inizio di una promettente carriera per Fiona Burgess e il fratello William, Nicolas Graves e Josh Hunnisett considerati da molti addetti ai lavori la next big thing su cui scommettere. Forse le aspettative erano troppo alte e nonostante le buone intenzioni il tanto atteso secondo album faticava ad arrivare. Molti i brani registrati e messi da parte mentre aumentavano le incomprensioni tra i membri del quartetto, che alla fine hanno deciso di prendere strade diverse.
Alcuni di quei brani fanno parte di “Ephyra”, che potrebbe essere l’ultimo album dei Woman’s Hour o l’inizio della loro rinascita. Quel quartetto di belle speranze è oggi un trio che procede a ranghi compatti, armato di due sintetizzatori un po’ vintage (il Roland Juno 60 e il Korg MS10) che accompagnano la voce melodiosa di Fiona Burgess.
“Ephyra” ha i pregi e i difetti di tutte le raccolte di questo tipo. La qualità varia molto da un brano all’altro e manca un filo conduttore che unisca le due anime dei Woman’s Hour, quella più pop ben evidente in “Don’t Speak” o “Luke” e quella più sperimentale che emerge nei sei minuti di “From Eden To Exile Then Into Dust” e nei cinque di “I Can’t Take You Seriously”.
Dispiace sentire brani dal buon potenziale radiofonico come “Mirrorball”, “Heathen” e “Removal Of Hope” inseriti in un contesto che non li valorizza ma era forse inevitabile visto il momento difficile passato dalla band londinese. Non è certo il talento a mancare ai Woman’s Hour e anche in “Ephyra” ci sarebbero spunti e materiale su cui lavorare, una volta ritrovata la calma necessaria.