Milano, martedì sera, la location è quella fresca e sempre accogliente di Santeria Social Club.
Sono le 21.30 quando le luci si abbassano e, puntualissima, sale sul palco Kimbra Lee Johnson.
Neozelandese, classe 1990, abito lungo romantic-goth, alla sua prima volta in italia conquista subito per dolcezza e stile. I fan l’accolgono con grande entusiasmo e lei, raggiante, regala sorrisi ed esclama: “Sono così felice di essere qui a Milano, grazie. Grazie a tutti”.
Il grande pubblico la conosce per la partecipazione, nel 2012, alla hit dei Gotye “Somebody That I Used To Know” e i due Grammy Awards, vinti entrambi per quel singolo; ma la crescita umana e professionale di Kimbra non si è fermata. “Primal Heart”, uscito nel 2018 via Warner Bross, è il segno di un percorso autentico e ragionato di vita. In regia nomi importanti, Skrillex e soprattutto John Congleton, già produttore di St.Vincent ed Explosions in the Sky. Un lavoro maturo e denso che, pur non abbandonando la strada dell’elettro/synth pop, riesce a mostrarci appieno le doti e i lati più intimi della cantante neozelandese.
Il live set scelto, per il tour europeo, e che ammiriamo in quest’unica data italiana, è minimal. Sul palco insieme a lei, i musicicisti Spencer Zahn al contrabbasso e Zach Tenorio al piano.
E’ Kimbra stessa a spiegarci il desiderio di sperimentare nuove dimensioni, allontanandosi dai beats più elettronici e “danzerecci” per arrivare, attraverso nuove connessioni e vie di ascolto, dritti al nucleo essenziale della nostra natura.
Le canzoni di “Primal Heart”, “Golden Echo” e “Vows” scorrono riarrangiate in questa nuova versione acustica, quasi unplugged. L’esperimento è squisito e coraggioso. Il tessuto ritmico esalta la potenza, l”‘estensione vocale e l’anima soul di Kimbra. Lei si muove sul palco teatrale e magnetica, gioca con il vestito, ammicca e coinvolge il pubblico rapito.
Quasi due ore sembrano volare, intense e suggestive. Non ci si vorrebbe rassegnare al saluto sull’encore “Cameo Lover”.
Pioggia di emozioni, cuori aperti e occhi lucidi.