Avete mai ascoltato musica microtonale? No? Bene, allora vi presentiamo una piccola gemma grezza lo-fi, “Room Tapes” di Brendan Byrnes.
Questo EP è tutto tranne che banale: i suoni, le composizioni, le tematiche ed il cantato sono unici e singolari. Non scherzo quando dico di non aver mai ascoltato qualcosa del genere e l’affermazione non è dovuta solo agli strumenti microtonali, ma proprio per la presenza di pezzi “personali” come “Slow Rotation” che reputo un esempio lampante di quanto dico.
Ascoltando i lavori precedenti capisco che per Brendan c’è sempre una evoluzione o un cambiamento, chiamatelo come volete, in questo caso si punta al territorio lo-fi, cosa mai fatta nella scena Xenharmonica (almeno credo).
Reputo “Room Tapes” il lavoro migliore di questo artista? No, per me il suo lavoro precedente, “Neutral Paradise” (2017), può definirsi il capolavoro del genere, ma, dal punto qualitativo, vi si avvicina notevolmente, distaccandosi però, nel suo essere, da quanto fatto prima, per creare sempre più qualcosa d’interessante: azzarderei a reputare questa come la musica del futuro.