Chi ha avuto la fortuna di vedere la creatura di Natalie Mering dal vivo sa quanto la musica di Weyes Blood sia diversa live rispetto ai tre dischi che la musicista californiana è riuscita a pubblicare finora. Una crescita lenta e costante quella della Mering, che dopo i primi album autoprodotti è entrata nel roster della Mexican Summer e ora trasloca in casa Sub Pop per il quarto album “Titanic Rising” co-prodotto da Jonathan Rado dei Foxygen e suonato con l’aiuto di Brian e Michael D’Addario dei The Lemon Twigs.
Un disco dalle mille anime, che passa dagli arrangiamenti orchestrali di brani come “A Lot’s Gonna Change” a quelli più solari di “Everyday” alla malinconia di “Andromeda” e “Something to Believe” ai sintetizzatori di “Movies” e “Mirror Forever”. Natalie Mering è sempre stata abile a conciliare pop e melodia, strutture semplici e complesse: in “Titanic Rising” lo fa più che in passato. Influenzata dal jazz, dalla musica rinascimentale e gospel che ha assaggiato cantando nei cori da bambina, crea un concept album dal gusto retrò e cinematografico che riflette su amore e romanticismo senza essere sdolcinato nè lasciare troppo spazio ai sentimentalismi.
Mai come oggi la musica di Weyes Blood ruota attorno alla voce della Mering, capace di passare dal falsetto ai toni più dolci di “Picture Me Better” che ricordano quelli di “Moon River” in una delle tante versioni al femminile comparse negli anni. Natalie Mering conferma di non essere la solita indie pop star ma c’erano pochi dubbi a riguardo.
Credit foto: Kathryn Vetter Miller