di Antonello Salvetti
I padovani Capobranco questa volta l’hanno fatta grossa, visto che hanno scelto nientepopodimeno che Steve Albini per registrare il loro terzo album. I tre, ormai veterani della scena indie rock italiana (sono nati nel 2012), sono infatti volati direttamente a Chicago nello studio dal famoso produttore, uno che non ha di certo bisogno di presentazioni.
Il disco, il terzo della loro produzione, intitolato “In Dipendenza” e uscito per Jetglow Recordings a fine gennaio (anzi, scusate il ritardo con cui vi segnaliamo ragazzi!), ha dimostrato, ascolto dopo ascolto, di avere tutte le carte in regola per piacere anche ai più esigenti addetti ai lavori.
Il loro alt-rock in italiano infatti rimane carico e ruvido, la mano del buon Steve fa il suo dovere e il sound si fa apprezzare all’istante, grazie a canzoni sapientemente arrangiate (emerge sia un lato diretto e scarno, tratteggiato da pulsioni chitarristiche più funk, così come anche una ottimo lavoro ritmico) e sopratutto ben suonate dai tre che, obiettivamente, risultano musicisti di alto livello.
Segnate in agenda sotto la categoria “da ascoltare”, sarebbe veramente un peccato perderseli.