L’ anniversario di “Sonic Temple” è l’occasione per celebrare una rock band, che pur riscuotendo negli anni un buon successo e seguito, non ha forse raccolto quanto meritato.
Per The Cult gli anni ’80 erano stati un continuo inizio, se i primi due album, “Dreamtime” e “Love”, soprattutto il secondo, avevo dato loro una certa popolarità  anche in Italia, la band decise di non proseguire con un sound post-punk con forti influenze anni ’60, ma virare verso un rock più potente, in fondo sorprendendo i fan che si erano creati con “Love”.

Ci fu la scelta, forse pensata, di non lasciarsi incapsulare nell’immagine tutto sommato costruita che usciva dai video di “She Sells Sanctuary” o “Revolution”, ma di allontanarsi da una New Wave già  agonizzante e iniziare un nuovo percorso prima con “Electric” e poi con “Sonic Temple”.
Si allontanarono definitivamente dall’Inghilterra per sembrare sempre più una band americana, finendo però inevitabilmente con il misurarsi con alcuni nuovi gruppi che segneranno la storia del rock, come i   Guns n’ Roses e andando poi a scontrarsi con la nascente corrente grunge, che li allontanerà  definitivamente dall’attenzione dello Star System.

I Cult però restano una grande band, il frontman Ian Atsbury è un animale da palcoscenico, carisma da vendere e costanti richiami a Jim Morrison, Billy Duffy è un chitarrista di assoluto valore e i loro live risultano potenti e indimenticabili. Nei mesi di agosto e settembre del 1987   The  Cult avevano attraversato gli Stati Uniti per una serie di concerti per una ventina di date, avendo avuto come band di supporto i Guns n Roses, che tutto sommato resteranno poi negli anni sempre legati ai The Cult, come la storia del batterista Matthew William Sorum insegna.

Questa serie di formidabili concerti erano l’apripista verso la conquista del mercato americano che culminò con l’uscita di “Sonic Temple”, che ha sempre forti e chiari riferimenti agli Stati Uniti, dalla copertina dell’album fino al titolo di alcuni brani come “American Horse” o “New York”.
Non so se preferite i Cult dell’Inghilterra New Wave o quelli dell’America Heavy Rock, ma senza dubbio “Sonic Temple” ha al suo interno alcuni pezzi memorabili.
Sicuramente tra questi c’è “Fire Woman”, che è un capolavoro tra chitarra e cori, un brano che, come il resto dell’album, è invecchiato bene, restando ancora oggi molto valido.

Il lavoro avrà  altre brani di grande successo, come “Edie (Ciao Baby)” una ballata stupenda che ricorda i Queen, e “Sweet Soul Sister” capace di regalarci un rock raffinato, impreziosito dall’uso dell’organo e dalla formidabile chitarra di Billy Duffy.
Altri episodi sono altrettanto piacevoli,   vedi “Sun King” e “American Horse” e, nel complesso, l’album, per quanto a tratti difficile ed eccessivamente pesante, risulta a distanza di anni ancora interessante e da riscoprire.

Pubblicazione: 10 aprile 1989
Durata:57:05
Tracce: 11
Genere: Hard rock Heavy metal
Etichetta: Beggars Banquet/Sire
Produttore: Bob Rock

Track List

Sun King  ““ 6:09
Fire Woman  ““ 5:11
American Horse ““ 5:19
Edie (Ciao Baby)  ““ 4:46
Sweet Soul Sister  ““ 5:08
Soul Asylum  ““ 7:26
New York City  ““ 4:41
Automatic Blues  ““ 3:51
Soldier Blue ““ 4:36
Wake Up Time for Freedom  ““ 5:17
Medicine Train  ““ 4:42 (Su CD e, in alcuni paesi, cassetta)