E’ da poco più di un anno che non vediamo dal vivo Nordgarden, nonostante il vichingo dal cuore italiano sia passato già alcune volte dalla nostra penisola: il suo lavoro più recente, “Changes”, era uscito nell’autunno del 2017 e lo aveva spinto a cercare nuove influenze, anche grazie all’aiuto di una band, che aveva lavorato con lui in studio.
Oggi siamo nel cuore di Bologna in un locale decisamente elegante, che più volte in passato ha già ospitato interessanti concerti, djset e mostre: sono quasi le dieci e un quarto, quando Terje sale sul palco della venue felsinea, accompagnato solo dalla sua chitarra acustica e, in qualche occasione, anche dall’armonica.
E’ “Don’t Need Nobody” ad aprire i giochi: ovviamente stasera non possiamo pretendere i sapori classici jazz della sua versione originale, con fiati e piano, ma anche quella proposta oggi, solo chitarra e voce ,che trova le sue influenze, invece, nel blues, ci piace parecchio.
“You Must Be The Change” è un’altra delle piccole perle delle serata che escono dal cappello del mago Terje: oltre alla sua ottima sensibilità melodica, il musicista norvegese riesce a trasmettere perfettamente al pubblico emiliano la sua passione attraverso i suoi vocals.
Il brano successivo è particolare: si chiama “Sang Til Min Far” che significa canzone per mio papa. E’ un pezzo in norvegese che Nordgarden ha scritto per il suo genitore e che, ci racconta prima di iniziarla, è riuscito a cantargli prima che morisse la scorsa estate.
Terje sta lavorando per la prima volta su nuovi brani in norvegese e il suo prossimo LP, in uscita forse a fine anno, dovrebbe essere proprio nella sua lingua madre, senza comunque snaturare il genere di musica che ha sempre fatto: come spesso accade nell’arte, sebbene non comprendiamo le parole di questo idioma a noi sconosciuto, sono i sentimenti e le emozioni a saper dire molto di più e i brividi arrivano dritti al cuore. “Il prossimo anno verrò in Italia a presentarvi un album in norvegese?”, si chiede Nordgarden: dopo aver ascoltato questa canzone crediamo davvero che ciò non sia poi così difficile.
“Hearts At Stake” si presenta con un assolo di armonica, prima di mettere in luce tutti la sua intensità passionale, seppure non goda del piano e dei cori soul della sua versione originale, mentre “Non E’ La California”, cover di Iacampo, tratta dal suo album di canzoni italiane “Dieci”, uscito nel 2013, pur non avendo la chitarra graffiante dell’album, è comunque veloce e passionale.
Dopo aver annunciato che a novembre suonerà alla Royal Albert Hall di Londra, Terje chiude il mainset con “Side Of The Road”, un brano dalle influenze blues assolutamente sincere.
Nell’encore c’è spazio per De Andrè con la cover di “Il Suonatore Jones” (“una delle prime canzoni in italiano che ho imparato a suonare quando sono arrivato qui a Bologna 20 anni fa”, spiega il musicista norvegese): a qualcuno puo’ forse sembrare strano ascoltare un brano del cantautore genovese rifatto da un artista straniero, ma le sensazioni che ci lascia Nordgarden sono davvero positive.
Ogni volta che vediamo Terje dal vivo ““ e questo succede già da alcuni anni ““ rimaniamo sempre colpiti perchè il musicista norvegese riesce a trasmettere emozioni vere attraverso le sue canzoni e ciò non è una dote che in molti anno. Applausi!