Nuovo inizio di nome e di fatto per Norah Jones che cambia ancora una volta strada dopo il successo di “Day Breaks” uscito due anni fa. “Begin Again” nasce come una raccolta di singoli, brani registrati nell’ultimo anno e mezzo con pochissima pressione e molta voglia di divertirsi. Un album breve ma ricco di spunti, che in poco meno di mezz’ora fa il punto sulla carriera della musicista americana e lascia intravvedere interessanti prospettive future.
Molte di queste sette tracce sono nate in studio, improvvisando liberamente con musicisti sempre diversi e coinvolgendo in veste di produttori Thomas Bartlett in arte Doveman (spesso al fianco di St. Vincent) e Jeff Tweedy. Tanti gli stili musicali che Norah Jones riesce a coprire: l’intenso crescendo elettronico di “My Heart Is Full” e “Uh Oh” entrambe prodotte da Bartlett, il jazz moderno della title track e di “It Was You”, le sperimentazioni di “Just a Little Bit” in cui suona anche il basso, il folk blues di “A Song with No Name” e “Wintertime” che dimostrano ampiamente come Jeff Tweedy in veste di produttore sia ormai una garanzia.
Non si può certo accusare Norah Jones di ripetere quanto fatto in passato visto che in tanti anni di onorata carriera si è più volte messa alla prova collaborando con Danger Mouse, con i The Little Willies e Billie Joe Armstrong. Avrebbe potuto continuare sulla classica via del jazz soffuso tracciata da “Come Away With Me” e “Feels Like Home” e vivere di rendita invece ha scelto di osare e non ha più smesso. Coerente con se stessa e con nessun altro. “Begin Again” ne è la prova definitiva.