A distanza di tre anni dal loro precedente, “The Great Detachment”, i Wintersleep sono tornati qualche settimana fa con questo loro settimo album, il secondo realizzato per la sempre prestigiosa etichetta canadese Dine Alone Records.
“In The Land Of” puo’ sembrare un titolo incompleto e forse lo è e ha a che vedere con il territorio in cui la band vive, in questo caso il Canada: si parla di geografia sia reale che immaginaria. I territori che ci circondano sono costruiti in relazione a chi ci abita, nello stesso modo in cui le nostre identità sono in relazione con la terra. Ovviamente entrambe le cose possono cambiare durante il nostro percorso vitale e, alcune volte, ci possiamo sentire fuori luogo all’interno del nostro paese natale.
Sebbene il tono delle canzoni e, appunto, dei suoi testi possa essere quantomeno malinconico, la band di Halifax riesce sempre a mantenere comunque una strumentazione dall’atmosfera piuttosto sostenuta: la bellissima “Benificiary”, per esempio, che parla del genocidio perpretrato contro le popolazione indigene, ha comunque un ritornello estremamente catchy, con un uso dell’elettronica che ci sposta verso territori dancey.
“Never Let You Go”, che cita problemi di comunicazione con gli amici e la famiglia, ha comunque un ritmo allegro dai profumi classici e semplici, mentre la successiva “Soft Focus”, con le sue rumorose chitarre, ci presenta una melodia decisamente gratificante.
“In The Land Of” è un album indie-rock sincero e solido che mostra, per l’ennesima volta, come i Wintersleep sappiano creare un prodotto valido e affascinante, pur senza dover rischiare troppo con sperimentazioni che li potrebbero portare totalmente fuori strada.
Foto Credit: Norman Wong