E’ il venerdì di Pasqua e l’appuntamento di questa sera è di quelli che gli appassionati di indie-pop si sono segnati da parecchi mesi sul calendario: davvero imperdibile! Sul palco del Covo Club, infatti, suoneranno Frankie Cosmos e Ian Sweet, due dei migliori progetti a stelle e strisce, arrivati oggi all’ultima data del loro tour europeo.
Tra il pubblico vediamo anche una buona rappresentaza di band e artisti emiliani (Setti, Sleap-e, Luca Lovisetto dei Baseball Gregg), tutti sicuramente interessati alle performance di Greta e Jilian.
Partiamo proprio con Ian Sweet, che ha pubblicato lo scorso ottobre, via Hardly Art, il suo secondo LP, “Crush Crusher”: terminato il ciclo del suo primo LP, la musicista californiana è ritornata alle origini, gestendo di nuovo il suo progetto in solitaria, anche se nel nuovo disco si sono aggiunti un batterista e un bassista.
Anche oggi la ragazza di Los Angeles si esibirà , infatti chitarra e voce, supportata solo dalle basi preregistrate: sin dall’iniziale “Bug Museum”, sebbene i vocals di Jilian siano molto passionai e intensi e le melodie che riesce a creare estremamente belle, notiamo che le manca il supporto di una band vera e propria, anche perchè i suoni “aggiunti” di batteria e synth risultano ““ quantomeno a nostro avviso ““ un po’ troppo pesanti.
Quando, invece, Ian Sweet preferisce lavorare solo con la sua sei corde, come, per esempio in “#23” e poche altre, i risultati sono molto più gradevoli e convincenti.
Il nostro desiderio si avvera verso la fine del suo set: per le ultime due canzoni, infatti, la musicisa statunitense viene supportata dalla sezione ritmica dell’amica Frankie Cosmos e tutto funziona proprio come ce l’aspettavamo. Perfezione indie-pop pura con un sound più corposo e soprattutto “reale”: meritatissimi gli applausi per Jilian, che oggi ha tra il pubblico due fan particolari, la mamma e la sorella, che probabilmente hanno deciso di farle compagnia nel suo viaggio di ritorno verso gli Stati Uniti, aggiungendo anche una vacanza nel nostro paese (non una cattiva idea, no?!?!).
Dopo il sold-out ottenuto a Torino lo scorso autunno, Greta Kline ritorna in Italia a presentare il suo terzo album, “Vessel”, uscito poco più di un anno fa per Sub Pop Records, e recentemente ha anche realizzato una serie di canzoni voce e piano, finite in questo progetto digitale chiamato “Haunted Items”.
Una setlist lunghissima la sua, anche se il suo concerto dura meno di un’ora: i pezzi di Frankie Cosmos, infatti, sono spesso cortissimi, ma sanno sempre regalare ottime emozioni.
La sua sensibilità è molto evidente, soprattutto nei brani più melodici come “Too Dark”, ma non dobbiamo mai sorprenderci se, all’interno di uno stesso pezzo, la velocità della strumentazione e magari anche l’umore cambiano anche più di una volta (e nel giro di pochi attimi).
Nonostante un’evidente timidezza, Greta sul palco è invece decisa e la sua voce non perde nemmeno per un attimo la decisione e la determinazione, quasi fosse una veterana: dalla passionale malinconia indie-pop di “Jesse”, si passa alla dolcezza melodica punk-pop di “Is It Possible”, con la sua martellante batteria, ma le sensazioni di chi ascolta rimangono comunque sempre più che buone.
La chiusura con “Fool” è un momento di quelli che ti colpiscono per la sua capacità di emozionare, mostrando allo stesso tempo la sue influenze pop, senza per questo risultare scontata o banale, anzi proponendo l’ennesima melodia vincente della giornata.
Volendo fare un breve bilancio della serata, non possiamo che ammettere che sia Ian Sweet che Frankie Cosmos siano due progetti che ci piacciono molto: capaci di colpire sia l’anima che le orecchie, le due ragazzi statunitensi hanno dimostrato oggi sul palco dello storico locale di viale Zagabria quanto sia importante saper mettere il cuore nell’indie-pop. Il futuro è tutto dalla loro parte.