Tornano a distanza di 4 anni le Stealing Sheep, giovane trio di Liverpool, con il nuovo album “Big Wows”, il cui compito era quello di confermare le premesse e le felici intuizioni di “Not Real”.

Quel disco era riuscito ad accendere le luci su di loro, suscitando la giusta curiosità  e tirando in ballo modelli “nobili” in ambito pop come Talking Heads e The Knife. Ma gli ascolti di Rebecca Hawley, Emily Lansley e Luciana Mercer comprendevano anche Kraftwerk  e Cardigans.

In realtà  poi, tra le pieghe di quelle 10 tracce, era più semplice sentire echi di synth pop molto contemporaneo, riletto però in maniera originale, con le tre voci a rincorrersi e a mischiarsi in efficaci e micidiali coretti.

4 anni sono un lasso di tempo notevole al giorno d’oggi tra un disco e l’altro, e ci si aspettava insomma, se non proprio un salto di qualità  delle tre ragazze, almeno una fragorosa conferma.

Tuttavia, ascoltando le 11 canzoni che compongono “Big Wows”, se c’è stata un’evoluzione, allora è davvero poco percettibile, con canzoni che troppe volte si dispiegano su sè stesse, cercando sbocchi stilistici e nuovi spunti che purtroppo non riescono a materializzarsi.

Tutto è troppo plastificato, zuccheroso al limite del fastidio, oltretutto le soluzioni melodiche convincono di rado. Accade ad esempio nel singolo anticipatore “Show Love”, scintillante affresco pop dance anni ’80 o nella successiva “Back in Time”, bagnata da una spruzzatina di new wave.

I brani, oscurati da una produzione che predilige suoni ed effetti da tastierine giocattolo, finiscono così col somigliarsi troppo, nonostante ci siano momenti che si fanno ascoltare volentieri. Presi a sè stanti, infatti, episodi come la maliziosa “Why Haven’t I” e l’ariosa title track ““ che vanta il miglior arrangiamento con le sue incursioni oniriche e ambient – non sono male. “Jokin’Me” sembra invece una canzone minore dei primissimi Depeche Mode col suo tappeto sonoro fatto di tastiere e sintetizzatori.

Nel contesto del disco però nessuna di queste si eleva sulle altre ed è in grado di spiccare il volo. I ritmi mutano solo con quei brani più lenti come “Just Dreaming” e la conclusiva “Heartbeats”, che in ogni caso non soddisfano appieno, rimanendo a metà  del guado.

Una prova deludente insomma, ma che almeno potrà  far capire alle Stealing Sheep la giusta strada da intraprendere a livello musicale: se inserire qua e là  qualche chitarra come avveniva talvolta in passato, o virare decisamente nell’elettro-pop.

Al momento, però, le coetanee Haim, tanto per tirare in ballo un nome che si muove su coordinate musicali simili, sembrano concorrere per la Champions League, laddove questo “Big Wows” non è nemmeno riuscito a salvarsi.

Credit Foto: Simon Webb