Finalmente dopo tre lunghissimi anni ritornano anche i Jaws. I tre (un tempo in quattro) di Birmingham che ci avevano lasciato nel 2016 con un album così bello come “Simplicity”, pubblicano, questa volta autoproducendosi, il loro ultimo lavoro in studio. “The Ceiling”, questo il nome scelto, è una vera a propria prova d’amore che conferma quanto questi tre ragazzi ci sappiano fare con i nostri sentimenti.
Un album maturo, che porta la band ad un livello più importante, i tre hanno infatti scelto di sperimentare mettendo nel calderone tutto ciò che è stato per loro musicalmente essenziale e contaminante. Le atmosfere zuccherine di “Simplicity” sono state in parte abbandonate, c’è una netta voglia di arricchire il suono assolutamente inconfondibile e marchiato Jaws, con qualcosa di più ritmicamente accattivane, si aggressivo ma al contempo malinconico e riflessivo.
“Driving at Night” la prima traccia ci accompagna per mano in un lento crescendo che rende la canzone musicalmente perfetta fino alla fine , mentre “Feel” , in un ritmo pulsante, profuma di adolescenza, quella felice e spensierata. E se “Do you remember” svela il forte amore della band per i Cure, “End of The World” lo conferma, in maniera ruffiana ma di certo assolutamente originale.
Mentre i secondi scorrono tra le note di “Looking/Passing”, restiamo intrappolati dalle droniche melodie che rendono l’aria rarefatta e densa, un’atmosfera fluttuante e così ricca di suoni ambientali da farci sognare ad occhi aperti e battere forte il cuore per l’emozione.
Una produzione si a tratti patinata e un po’ ruffiana, ma molto importante, raffinata, perfettamente bilanciata nei suoni tra Dream Pop e Rock Alternativo, tra Grunge emozionale e Alternative Dance.
Ve lo dico sinceramente, in ginocchio: speravo proprio in un ritorno così brillante, quaranta cinque minuti di pura bellezza, dieci canzoni che a questo punto introducono i tre inglesi nella “Indie Hall of fame”.