A quanto pare, non sono molti i seguaci italioti dei Madrugada: L’Orion, celebre locale di Ciampino, ha visto accorrere poche decine di persone al live dei norvegesi, in un venerdì sera di un maggio irreale e uggioso. La band del capolavoro “Industrial Silence” (qui celebrato e suonato per intero) però meriterebbe scenari come lo Stadio Olimpico. Potenza, carisma, poesia, delicatezza, romanticismo, raffinatezza, atmosfera, tenuta, mestiere, precisione: i cinque (i tre membri fondatori Sivert Høyem, vocalist e di tanto in tanto chitarrista, Jon Lauvland Pettersen alla batteria e Frode Jacobsen al basso, più gli ammirevoli Cato Thomassen alla chitarra principale e Christer Knutsen all’organo elettrico e all’altra chitarra) le hanno tutte. La compagine imbastisce infatti uno show di ben due ore assolutamente perfetto, noncuranti del risicato pubblico.
In questa maniera, il concerto diviene una possente performance da arena all’interno di una cornice invece intimista, palpabile, vicina, privata. La voce di Høyem, longilineo frontman dal baritono senza tempo, è ancora migliore rispetto a quella udibile nel disco che fece innamorare i norvegesi della band vent’anni fa. Dalle atmosfere epicamente vellutate dell’opener “Vocal”, alla tensione di “Strange Colour Blue”, al rock’n’roll a tinte noir di “Norwergian Hammerworks Corp.” alle romantiche e indimenticabili “Electric” e “Quite Emotional”, immaginiamo migliaia di persone dimenarsi, ondeggiare, tenere gli accendini (o gli smartphone) accesi, cantare a squarciagola: ma è un viaggio nel cuore e nella mente. I Madrugada stasera suonano per la platea dei tuoi piccoli sogni non detti.
Particolarmente azzeccati anche alcuni visual che accompagnano i brani, sottolineando le varie sensazioni evocate, la sensualità , la malinconia, il furore. Gli sguardi complici tra i musicisti trasmettono divertimento, autenticità , amicizia. Ogni cosa per una sera è al suo posto, attraverso questi brani cresciuti all’ombra dell’infinita notte del Nord. C’è anche spazio per alcune confessioni di Høyem, che racconta stralci dei Madrugada che furono, tanti anni fa, mentre creavano i primi virgulti di “Industrial Silence”. Lo show però non finisce con la celebrazione dell’album d’esordio. Si prosegue con alcuni tra i pezzi più riconoscibili del canzoniere dell’ensemble, con gioielli come la ballad eterna “Only When You’re Gone”, una “What’s On Your Mind?” da tatuarsi per sempre nella memoria e una decadente “Valley Of Deception” che marchia come un sigillo a fuoco una serata grandiosa. E sulle note di “If I Can Dream” di Elvis Presley lanciata dalle casse del locale a fine concerto, la band saluta il pubblico come fosse una compagnia teatrale al termine di un musical d’altri tempi, prendendosi un lunghissimo e meritatissimo applauso finale.