Guarda un po’ chi si rivede. Johnny Lloyd dopo la fine dei Tribes (2013) ha intrapreso una carriera solista che, in realtà non è mai decollata veramente, ma, a dire il vero, non ci pare neanche che il nostro Johnny si sia mai sforzato di puntellarla adeguatamente, preferendo fare musica per la Tv.
Sta di fatto che, in questa sua uscita, forse l’unico vero motivo d’interesse è vedere la sua deliziosa compagna Billie Piper con il pancione (la figlia Tallulah è nata a gennaio del 2019) sulla copertina del disco. Per il resto dobbiamo sorbirci nenie introspettive pseudo alt-fok, tra acustica e armonica, che nulla hanno a che vedere con i Tribes (ma si sapeva, nessuna sorpresa) ma nemmeno nulla hanno a che vedere con la capacità di solleticare il nostro entusiasmo. Tutto fatto senza forze, con gli stereotipi del genere in ambito sonoro, tra melodie carenti e testi che virano su pessimismi assortiti, il richiamo alla forza dell’amore per vivere adeguatamente o alla rovina in sua mancanza.
Canzoni adatte a far dormire la piccola Tallulah se non altro, su questo siamo sicuri che l’effetto sarà meraviglioso e assoluto. Ma riformare gli Operahouse no?