Piacevolissimo questo “10000” dei Versing di Seattle. Il leader della band, il buon Daniel Salas è uno di quelli che ci sta subito a genio, professando amore assoluto per il noise e le distorsioni: “I just really enjoy that droning line of guitar feedback“, figurarsi se non non andiamo in brodo di giuggiole.
Se questo è l’incipit noi siamo già ben orientati fin dall’inizio al sound della sua band e facciamo bene, perchè qui gli anni ’90 sono presi e ripresi a dovere. Gente come Sonic Youth, Pixies e Dinosaur Jr. (ma anche lo shoegaze made in UK, con i mostri sacri MBV e Ride) è stata studiata a dovere e il connubio tra chitarre, rumore e melodia è portato a un equilibrio decisamente riuscito. Sopratutto il lato melodico fa capolino spesso, dimostrando che qui non c’è solo cura nel far fischiare le chitarre, ma anzi, c’è grossa attenzione a piazzare ritornelli e bridge che sappiano reggersi in piedi con le proprie gambe.
I picchi sono belli alti. Da una “Offering” che pare un grunge imbastardito con un piglio tutto pimpante made in UK, alla lezione degli Wire declinata in “By Design” (notare che il buon Salas cita proprio questi ultimi e i Cocteau Twins come fonti principali) che poi sa diventare anche morbida e accogliente, tanto per evidenziare la capacità di essere variegati dei ragazzi, ma impossibile non citare la narcolettica e visionaria (salvo poi salire di tono shoegaze nel finale) “Loving Myself”, il power-pop coinvolgente di “Renew”, i Pavement che fanno gli shoegaze in “Long Choed” (lo shoegaze lo si può evocare anche in “Tethered”) e i super fischi sonici di “In Mind”, che si dimostra a conti fatti il prodotto più abrasivo dell’intero lavoro.
Un disco che ci dimostra che se si conoscono alla perfezione i classici e si ha personalità e mano felice nella scrittura si potrà anche fare un buon prodotto, magari non particolarmente innovativo, ma decisamente interessante.
Credit Foto: Jen Twynn Payne