Gradito ritorno quello dei Leisure Society, che, dopo quattro anni esatti di silenzio (il loro LP più recente era “The Fine Art Of Hanging On”), sono tornati il mese scorso con questa loro quinta prova sulla lunga distanza, realizzata attraverso la Ego Drain Records, l’etichetta di loro proprietà .
Registrato tra il Peak District, il Cotswolds e una villa medioevale a Richelieu in Francia, questo doppio album verte soprattutto sul tema della rottura nel rapporto tra il frontman Nick Hemming e la bella flautista Helen Whitaker e vede i contributi del loro fan di vecchia data Brian Eno (synth in “I’ll Pay It For It Now”) e della poetessa Liz Barry, mentre Gareth Jones (Grizzly Bear, Nick Cave, These New Puritans) e Paul Gregory dei Lanterns On The Lake si sono occupati del mixing.
Il disco è diviso in due parti, ognuna composta da otto canzoni: la prima di queste contiene brani più classici per la produzione del gruppo inglese come “Overhead”, con le sue belle armonie e preziosi archi e la semplice, malinconica e delicata title-track, che apre i giochi con estrema eleganza, ma anche altri quali il singolo “God Has Taken A Vacation”, dove la chitarra di Hemming tende a graffiare parecchio portandoci su panorami sonori più rock.
Più “coraggiosa”, invece, la seconda metà : non possiamo che citare immediatamente questo esperimento (quasi totalmente strumentale) chiamato “Mistakes On The Field”, diviso anch’esso in due parti, ricco di suoni eleganti, ma anche di un’inaspettata energia che riesce a spostare il tono del gruppo di Brighton su territori ancora sconosciuti (senza comunque perderne in dolcezza e senso poetico).
Anche “There Are No Rules Around Here”, scritta subito dopo le elezioni del 2016 negli Stati Uniti, sembra anarchica quanto promette il suo titolo: un sound sporco come mai avevamo ascoltato da Hemming e compagni, che sembra muoversi verso orizzonti post-punk, prima di chiudersi con un’imprevista atmosfera orchestrale molto ricca, ma assolutamente impazzita, quasi a voler constatare i forti problemi della società moderna.
Un album piuttosto lungo per gli standard odierni (quasi un’ora), “Arrivals & Departures” è un lavoro di valore, che sa mettere in luce le diverse anime di questa band, che, in oltre dieci anni di carriera, ha dimostrato di saper guardare verso il suo futuro con un occhio attento.