“Are You A Dreamer?” chiedono i Death And Vanilla, trio svedese di Malmö che fa parte di quel folto gruppo di band capaci di recuperare e rielaborare la tradizione del pop psichedelico anni sessanta ““ settanta proponendo atmosfere noir, misteriose e ammalianti (stesso percorso fatto in America dai losangelini Unloved ad esempio).
Marleen Nilsson, Magnus Bodin e Anders Hansson oltre ad essere musicisti sempre alla ricerca di strumenti d’epoca da cui trarre ispirazione sono anche appassionati di cinema (Dario Argento in particolare) e si sono cimentati in due colonne sonore: la sonorizzazione dell’horror “Vampyr” e una rivisitazione delle musiche che accompagnavano “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski curate da Philippe Sarde nel 1976.
Esperimenti che hanno messo in luce le tante anime di questo duo diventato trio da qualche anno, confermando l’abilità tecnica e la profondità emotiva delle loro composizioni in un alternarsi tra luce e buio evidente fin da quel nome così macabro e dolce. I Death And Vanilla sono rimasti a lungo una band di culto: un EP uscito in sordina nel 2010, l’esordio “Death And Vanilla” nel 2012 poi la firma per la Fire Records che ha portato alla pubblicazione di “To Where the Wild Things Are” nel 2015 e “Are You A Dreamer?”.
Un album dal sound avvolgente e psichedelico, più aggraziato che in passato. Un mix riuscito tra Mercury Rev e Mazzy Star in otto brani che spaziano dalla melodia di “Let’s Never Leave Here” alle tinte noir di “A Flaw In The Iris” e “Mercier” alle atmosfere sognanti di “Eye Bath”e “Nothing Is Real”.
Notevole anche il dinamismo di “The Hum” con un finale polifonico che ricorda i Cocteau Twins più angelici e l’arrangiamento maestoso di “Vespertine” che sfuma nell’accattivante “Wallpaper Pattern”. Quello dei Death And Vanilla è un viaggio al termine della notte, che culla e conforta in attesa del mattino.
Credit foto: Aron Lindhagen