di Fabio Campetti
In attesa di vederli anche al Todays in quel di Torino a fine Agosto, in una giornata a dir poco entusiasmante, che include oltre ai protagonisti di questa sera, ovvero i Deerhunter, anche Bob Mould, Spiritualized e Beirut in un festival italiano, che non ha nulla da invidiare alle kermesse europee. Insieme a Ypsigrock, un evento di cui andare fieri.
Passa quindi da Milano la band di Bradford Cox per un’unica data indoor, fresca di pubblicazione del nuovo disco, l’ennesimo di qualità , di una carriera già importante e ricca, “Why hasn’t everything already disapperead” questo il titolo, uscito per 4AD ad inizio anno, è l’ottavo della saga, un disco che conferma le doti di Cox; un songwriter moderno, capace di mischiare le carte, in grado, a suo modo, di scrivere o semplicemente riscrivere una nuova pagina dell’indie folk / rock americano.
Celebre per il suo “non risparmiarsi” nei live, dando tutto e ancora di più a colpi di chitarre, che per quanto gli riguarda non sono per nulla estinte, ci sono eccome, concentra in un’ora e mezza scarsa tutta l’eleganza e l’iruenza delle canzoni a marchio Deerhunter, una reincarnazione di Oscar Wilde in versione musicista, sicuramente uno dei personaggi più istrionici e originali usciti da un pò di tempo a questa parte, basterebbe vederlo live almeno una volta.
Il fulcro delle scelte per questo giro di scaletta, com’è normale che sia, guarda con affetto all’ultimo disco che vede in pole position brani come “Plains”, la bellissima retro pop song “Futurism”, “What happened to people”, “No one’s sleeping” o una ondeggiante “Nocturne” che, a mio parere, dopo otto dischi, puzzano già di evergreen nei futuri tour, ma, com’è altrettanto logico, non mancano di pescare dal recente passato, “Agorophobia” dal masterpiece “Microcastle” (probabilmente il loro disco più conosciuto), ma anche una dilatatissima “Desire Lines” (per chi scrive il loro brano migliore), il singolo “Revival” o la stessa “Helicopter” da un altro lavoro molto apprezzato “Halcyon Digest”, che nel 2010 li consacrò a band di culto dell’underground mondiale; chiudono i bis con “Monomania” title track di un lavoro uscito nel 2013, mantra finale in crescendo che chiude un live da 110 e lode, ultimamente mi capita spesso di dirlo: pazzeschi.
P.S. Opening act affidato a Verano, cantautrice milanese che ha proposto in acustico alcuni brani dal recente lavoro “Panorama”, uscito per 42 records.