Manu Chao condivide “Bloody Bloody Border”, un brano dalla melodia allegra ma che parla delle terribili condizioni di vita nei campi per migranti in Arizona, scritto dopo che Manu ha visitato lo stato americano in occasione del suo tour nel 2011. è la seconda delle tre nuove canzoni contenute nella ristampa dell’acclamatissimo album “Clandestino”, in uscita il 30 agosto su Because Music e disponibile in edizione limitata su CD e triplo vinile.
In “Bloody Bloody Border”, Manu canta: “Vogliamo la libertà / di oltrepassare i confini / la libertà non è un crimine / lasciamo questo fiume scorrere pacificamente / lasciamo che la gente vada e venga“.
Pubblicato nel 1998, “Clandestino” difendeva e celebrava immigrati ed emarginati, unendo la visione sudamericana a quella europea in un periodo in cui la musica pop stava subendo gli effetti della globalizzazione.
Una ventina di anni dopo, l’album viene ristampato con l’aggiunta di tre nuovi brani, uno dei quali è la rivisitazione della title track in collaborazione con Calypso Rose, femminista veterana di Trinidad. Oggi questo brano, così come l’album che lo contiene, è ancora più significativo di quando è stato registrato per la prima volta. La grande artista aggiunge nuova drammaticità al trovarsi abbandonati in mare: “la terra di fronte a me non mi vuole e quella alle mie spalle brucia“.
“Roadies Rules” risale alle sessioni di registrazione di “Clandestino”, ma viene qui rivisitata da Manu insieme al collaboratore Renaud Letang. è un brano autobiografico e malinconico che tratta dei suicidi che avvengono nel bel mezzo del nulla: “Nessun motivo per svegliarsi domani“. L’aggiunta di un confusionario ottone messicano enfatizza il senso di disorientamento e disperazione.