di Fabio Campetti
In parallelo al tour degli Smashing Pumpkins che ha più volte toccato anche l’Italia, giusto quindici giorni fa erano presenti al Firenze Rocks insieme ai Tool, Billy Corgan sta portando in giro un nuovo spettacolo in solitaria, uno show scarno ed essenziale, in cui mette a nudo le proprie canzoni, accompagnandosi con una chitarra acustica o con un pianoforte; lui lo conosciamo tutti, uno che la storia del rock l’ha scritta per davvero e che sta vivendo di rendita del trittico, incredibile a dir poco, degli anni novanta ovvero “Siamese Dreams”, “Mellon collie and infinite sadness” e “Adore”. In realtà di canzoni belle ne ha fatte eccome anche dopo, tanto per citare: “Oceania” degli Smashing ha episodi di grande livello, ma anche il suo secondo disco solista “Ogilala” uscito, nel 2017, a nome William Patrick Corgan, è un signor disco: punto di partenza per l’ideazione di questo giro di concerti, dato che l’album in questione è totalmente acustico e molto simile al set di stasera. Quell’album, dicevamo, è ispirato, intenso e con canzoni che non avrebbero sfigurato ai tempi d’oro.
Se il protagonista non ha bisogno di presentazioni, figuriamoci la location, il Vittoriale degli italiani, posto straordinario e incantevole, in cui penso che qualsiasi artista dovrebbe suonarci almeno una volta nella propria carriera. Va detto che ogni anno il billboard di ‘Teneramente’ (la rassegna appunto legata al Vittoriale) si arricchisce di artisti che pur di esserci si riducono anche il cachet.
Venendo al concerto, il set di stasera prevede una primissima parte di inediti, più o meno, dato che grazie alla rete si trovano dei filmati su YouTube. Francamente, così al volo, non mi sembrano nulla di che, da “Hard times” a “To Scatter One’s Own” da “Buffalo Boy” a “Dancehall” (quest’ultime cantate insieme alla guest, che sta aprendo tutte queste date europee, Katie Cole), a sensazione delle vere proprie b-side, scelta che, per altro, non ho nemmeno capito più di tanto, dato i numerosi brani che Billy ha pubblicato finora e che avrebbe a disposizione. Dopo questo primo filotto si entra in clima “Ogilala”, con le bellissime “Aeronaut”, “Processional”, “Half-Life of an Autodidact”, “The Long Goodbye” o “Mandaryne” tutte di seguito, grandi melodie e songwriting di altissimo livello. Dopo una pausa di 15 minuti in stile teatrale, entrano in campo i classiconi targati Smashing Pumpkins e li non si scherza più, da “Wound” a “Thirty-three” da “Spaceboy” ad una stupenda “Violet rays” (giusto per omaggiare il citato “Oceania”), ma anche l’incredibile “Shame” da “Adore” o le evergreen “Tonight tonight”, “1979” e “Disarm”, per chiudere due ore di live con “To Sheila” e con una “Today” cantata dal pubblico, vabbè, canzoni che hanno segnato un’epoca e che continuano a far sognare vecchi e nuovi fan.
Billy Corgan è un fuoriclasse e non lo scopriamo certo stasera, con una qualità di scrittura così alta e un talento senza categoria si vince praticamente sempre e credo che questa nuova veste ci riconsegni un artista a suo agio in un esperimento totalmente riuscito, per un bellissimo concerto.