Abbiamo contattato via e-mail Stella Donnelly. La giovane musicista australiana-gallese, che avevamo notato lo scorso anno al Sonic City Festival in Belgio, è senza dubbio uno dei prospetti più interessanti che emergono dalla nuova scena indie-rock proveniente dal Nuovissimo Continente e il talento non le manca, anche alla luce dell’ottimo album d’esordio, “Beware Of The Dogs”, pubblicato a marzo via Secretly Canadian. In questa nostra veloce chiacchierata abbiamo parlato del suo LP, delle sue influenze , della musica al femminile, del SXSW, della scena in Australia e anche della sua label. Ecco cosa ci ha detto:
Ciao Stella, ti ho vista live per la prima volta a Kortijk in Belgio al Sonic City, dove eri stata invitata dalla sua curatrice Courtney Barnett. Che cosa ti ricordi di quel festival?
Mi sono divertita moltissimo e ho condiviso il palco con così tanti fantastici artisti. Sono stata davvero contenta di suonare lì.
Che cosa ne pensi di Courtney?
Courtney Barnett è davvero un genio e ha fatto molto per le donne nella musica in Australia e, più in generale, per la musica australiana.
Un tour mondiale (Australia / USA / Europa e Regno Unito): che ne pensi di questi concerti?
Sono molto contenta di poter suonare insieme alla mia band on the road per la prima volta.
Il tuo primo album è stato realizzato dalla Secretly Canadian, una fantastica etichetta che vede nel suo roster artisti come Jens Lekman, Suuns, Damien Jurado, Whitney, solo per citarne alcuni: come è nata la vostra collaborazione? Sei contenta di lavorare con loro?
Ben Swanson della Secretly Canadian è venuto al Big Sound, che è la versione australiana del SXSW, e ha visto il mio concerto. Ero così entusiasta di poter firmare un contratto con loro. Sono davvero molto contenta di poter lavorare insieme a questa label.
Ci puoi spiegare il significato del titolo dell’album?
Mi è piaciuta l’idea di usare il titolo di quella canzone come sottotitolo sulla copertina dell’album. Certe cose sono migliori se non vengono spiegate.
Hai registrato il tuo primo album all’interno di uno studio (e parte di esso insieme a una band) e inoltre in un paio di canzoni sono presenti synth e drum-machine: sono entrambe cose abbastanza nuove per te. Quali sono stati i principali cambiamenti tra “Beware Of Dogs” e il tuo EP del 2017, “Trush Metal”?
E’ stato molto bello poter avere le risorse per suonare insieme ad altri musicisti e per usare uno studio per registrare le mie canzoni! Mi sono sentita molto più libera e senza limiti nel mio processo creativo.
Quanto sei cambiata come musicista (ma anche come persona), durante questo periodo?
Sto ancora imparando molto della musica e della vita, ma ora ho l’occasione di incontrare così tanti ottimi artisti e persone creative nel mio cammino!
Quali sono state le tue principali influenze musicali per questo tuo debutto sulla lunga distanza?
Un mix tra Broadcast, King Krule, Billy Bragg, Adrienne Lenker, Paul Kelly e The Go-Betweens.
Sei metà gallese e metà australiana: che cosa significa questo per il tuo cammino musicale?
Crescere parlando gallese mi ha permesso di capire quanto sia importante la musica nella cultura del Galles e ho cercato di applicare quella profondità alle mie canzoni.
“Old Man”, il tuo primo singolo dell’album, parla di un uomo che si comporta male nei confronti di una donna: è un’esperienza che racconta di te?
No, non è una situazione particolare o che riguarda me. E’ il simbolo di un problema sociale molto più ampio.
Oggi come oggi che cosa pensi che voglia dire essere un’artista femminile?
Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui questa domanda non venga più fatta a me e a nessuna artista femminile.
Lo scorso anno hai suonato al SXSW di Austin, Texas: che cosa ne pensi di questo festival? Ti è piaciuto o credi che sia troppo caotico?
E’ molto caotico, ma allo stesso tempo è un’esperienza incredibile a cui prendere parte.
So che l’Australia è un paese molto grande. La sua scena musicale si sta espandendo sempre più. Non ci sono solo Nick Cave, Tame Impala, Pond e Courtney Barnett: hai qualche nome interessante da suggerire ai nostri lettori?
Baker Boy, Julia Jacklin, Sampa the Great, KAIIT.
Credit Foto: press handout