Seconda data italiana per i dEUS che dopo aver celebrato il ventesimo compleanno di “The Ideal Crash” al Circolo Magnolia la scorsa primavera approdano a Roma, ospiti di Villa Ada Incontra Il Mondo. Dopo il bell’aperitivo elettronico e intimista regalato da MAKAI aprono le danze i DiVenere.
Talentuoso gruppo post rock di Matera ma capitolino d’adozione che dopo anni di dischi, concerti in proprio e aperture per buona parte del gotha della scena indie italiana ha raggiunto un’interessante maturità con l’uscita di “Forever” lo scorso anno. Danilo Loprete (voce e chitarra) Claudio Spagnuoli (voce, chitarra e tastiere) Dario De Rosa (basso) e Gino Sorgente (batteria) dimostrano di possedere classe e sostanza anche dal vivo, le canzoni si fondono in un bel crescendo d’atmosfera.
I dEUS salgono sul palco poco dopo le dieci e si mettono subito all’opera. “The Ideal Crash” viene suonato in rigoroso ordine di scaletta, dal primo all’ultimo brano ed è forse il modo migliore per capire il valore di un disco che a fine millennio li ha consacrati come una delle realtà più vivaci del rock europeo. Partono le prime rabbiose note di “Put The Freaks Up Front” e (piccola sorpresa) sul palco insieme ai dEUS sale il corpo di ballo capitanato da Nik Rajsek, versione aggiornata al nuovo millennio dei ballerini che nel 1999 accompagnavano i ragazzi di Anversa in tour e in alcuni video.
Una presenza energica e di grande impatto che contagia pubblico e musicisti, soprattutto l’istrionico Tom Barman che dopo i saluti di rito e una grintosa versione di “Sister Dew” si rivolge ai presenti dicendo scherzoso: “è la quarta volta che suoniamo qui e ci sono tre persone in più “… così si fa“. Tira fuori la chitarra acustica per “One Advice, Space” poi il ritmo si abbassa con l’intensità quasi ipnotica di “Magic Hour”. Defilati ma attenti a ogni particolare Alan Gevaert, Klaas Janzoons e Stèphane Misseghers colpisce la presenza scenica di Bruno De Groote alla chitarra.
Prima della doppietta “The Ideal Crash” – “Instant Street” Barman ricorda quanto sia stato difficile scrivere quelle canzoni in studio, come “Instant Street” all’inizio fosse quasi punk e poi sia praticamente diventata una bossa nova che propizia una nuova (apprezzatissima) incursione del corpo di ballo. Applausi anche per la dolce “Magdalena” e per l’elettricità di “Everybody’s Weird” che sfuma in una sinuosa, lunghissima versione di “Let’s See Who Goes Down First”. Il viaggio di “The Ideal Crash” si chiude come d’abitudine con “Dream Sequence # 1” un brano che i dEUS suonano e Barman canta sempre come se fosse la prima volta.
La fiera “Quatre Mains”, “Fell Off The Floor, Man” e “Hotellounge” completano la serata prima dei saluti finali, del “Ciao Roma ci vediamo presto” di Barman e soci che si lanciano senza remore in una furiosa “Roses”. I concerti celebrativi dove un album viene suonato per intero spesso significano molta nostalgia e poche sorprese. I dEUS sono riusciti a regalare entrambe oltre a un bel po’ grinta e di sano divertimento infrasettimanale per la gioia di un pubblico caldo e piuttosto numeroso.