Come potremmo definire la cara Veronica Louise Ciccone, in arte Madonna, se non la popstar per eccellenza? Quella che, al di là  dei suoi brani, che possono piacere o meno, ha comunque sempre avuto l’accortezza di mutare pelle e musica, di lanciare mode (più che seguirle) e di essere modello indiscusso per giovani ninfette pop. Una vera e propria regina che ha sempre deciso in autonomia quale strada scegliere e quale lato di sè privilegiare o mettere in mostra: amata e adorata da fan che le perdonano (più o meno) certi scivoloni sonori, ma, tutto sommato, rispettata anche da chi non l’ha mai seguita molto, perchè non si può non notare la capacità  di mantenere alto e importante il suo nome in più di 30 anni di carriera: tutt’altro che facile.
Una TOP 10 la mia (che è nata ovviamente dallo spunto di “Madame X”, l’ultima fatica di Madonna che non mi è per nulla piaciuta, devo essere sincero), che va semplicemente in ordine cronologico…

LUCKY STAR

1983, da “Madonna”

Non dimenticherò mai questo brano. Da giovane devoto, 12 anni, quando fu trasmesso il concerto di Torino sulla Rai, avevo monopolizzato il salotto, cacciato i miei genitori e fatto largo nel dancefloor casalingo. Ero li, ipnotizzato e aspettavo la divina. Eccola e parte “Open Your Heart” e mi batte il cuore il mille. La prima canzone praticamente non la sento, urlo e vago per la stanza nel delirio. Il mio concerto inizia dal secondo brano, ovvero quello splendore che è “Lucky Star”. Il primo album di Madonna è una delizia synth-pop anni ’80 e se “Holiday” ne è il manifesto, beh questa “Lucky Star” è comunque un biglietto da vista più che accattivante. Il video con il suo pancino scoperto ancora mi esalta, quando si morde il labbro poi…

LIKE A VIRGIN

1985, da “Like a Virgin”

Lasciva al punto giusto eppure nello stesso tempo candida, con il pizzo, le catene, le croci e il video immortale con la nostra principessa sulla gondola (che fa tutte le pose giuste per intrigarci) e il principe azzurro che la depone, in abito bianco, sul lettone. Oh mamma santa, mi si alza la pressione. Il brano è favoloso. Appiccicoso come pochi, basso e synth che segnano la via e la voce sempre più matura e versatile di Madonna che fa il resto. E comunque, dopo “Le Iene” di Tarantino e il discorso iniziale proprio su questo brano, beh, ogni discorso è superfluo.

MATERIAL GIRL

1985, da “Like A Virgin”

Video e brano che sono già  nella storia del pop. Poco da fare. Parodia/tributo a Marilyn Monroe, scintillante esempio dell’edonismo anni ’80: la nostra Madonna si trova al centro di varie attenzioni maschili, ma lei chiarisce subito come gira il mondo e come lei vi si inserisce alla perfezione: “Cause we’re living in a material world, and I am a material girl“. Il brano ha una base reggae quasi nascosta, che, diciamo, non emerge subito e ha un ritornello favoloso. Il nome “Material Girl” diventa uno pseudonimo della signora Ciccone.

PAPA DON’T PREACH

1986, da “True Blue”

La cassetta di “True Blue” è stato il primo album che mi sono comperato, anzi, che mamma e papà  mi hanno preso, con la mamma che non digeriva sto nome dallo sfondo religioso. L’ho consumata. Giuro. Un disco che ho imparato subito a memoria. “Papa Don’t Preach” era la mia arma contro le duraniane che avevo in giro nel paese: cercavo di parlare della profondità  del testo (una ragazza rimane incinta e lo dice al padre, volendo però tenere il figlio) e di quei violini iniziali e dicevo che “Madonna aveva pure studiato musica classica“, che non era vero ma dovevo pur dire qualcosa contro le fanatiche di Simon Le Bon (ah, cosa non si fa per i propri idoli). Battaglie infinite. Sta di fatto che Madonna vince e convince anche qui. Cambio di look generale. Capello corto e biondo, fisico asciutto e, musicalmente, un pop che si fa variegato. Anni ’80, ci mancherebbe altro, ma le carte in tavola sono colorate e di pregevole fattura. Ci sarebbe da citare un po’ di tutto, dalla ballatona di “Live To Tell” , ai sapori latini di “La Isla Bonita”, ma appunto vado con “Papa Don’t Preach”, per gli archi, per il video con Danny Aiello, per la maglietta “Italians Do It Better“, per quelle chitarre spagnoleggianti e perchè l’interpretazione vocale della nostra è adorabile.

LIKE A PRAYER

1989, da “Like A Prayer”
Disco della “perfezione madonniana”, se mi passate il termine, capace di abbandonare (in parte) le vesti tipiacamente anni ’80 e iniziare a guardare avanti. Musicalmente parlando. Si balla, ci si commuove, si trovano pezzi dal taglio magnificamente pop, si ascoltano testi personali, c’è pure Prince che fa capolino e poi c’è la perla soul-gospel-funk che è la title track, che scosse anche l’opinione pubblica per un video storico, in cui poi Madonna è bellissima, con capello lungo e scuro che balla tra le croci in fiamme. Pazzesco!

JUSTIFY MY LOVE

1990, da “The Immaculate Collection”
Se c’è una canzone che, realmente, trasuda sensualità  e mostra il lato più “hot” di Madonna, beh, non posso non citare e includere nella mia classifica questa bollente “Justify My Love”, nella quale compare anche la manona di Lenny Kravitz tra gli autori (anche se pare abbia fatto ben poco). Sicuramente anche il video piccante serve a far alzare la temperatura, visto che il contesto è di quelli che trasudano voyeurismo. Il brano, con questo andamento morbido e ipnotico e la voce di Madonna che sussurra cosine calde, è l’inedito contenuto sulla raccolta del 1990, un gran bel brano nuovo. E’ l’antipasto di un onda “molto sexy” che sfocia nel libro “Sex” e nel disco dal titolo “Erotica” (1992)

TAKE A BOW

1994, da “Bedtime Stories”
Una delle mie ballate preferite, non solo di Madonna, ma direi in generale. Peccato che “Take A Bow” stia su un disco ricco di alti e bassi e un po’ troppo patinato come “Badtime Stories”, avrebbe forse meritato un contesto migliore. Ricordiamo però che quel lavoro, in cui l’artista, anche a livello d’immagine sembra fuggire da quella Madonna soft-core del recente passato, vedeva pure Bjork tra gli autori. In realtà  Madonna nel brano “Human Nature” si rivolge ai critici di “Erotica”, bastonandoli per bene e ribadendo di essere fiera di quello che ha fatto. Atmosfere morbide, malinconiche e melodia ispiratissima per questa canzone e la mano di Babyface che fa funzionare il tutto. Stringetevi al vostro fidanzato/a e ballate questa meraviglia. Certo ci sarebbe pure “Secret”, gran canzone pure quella, ma le canzoni sono 10, dannazione.

FROZEN

1998, da “Ray Of Light”
“Ray Of Light” è un gran bel disco. Poco da fare. Ispirato sia nei pezzi più pimpanti, vedi la title track, quanto nei momenti più avvolgenti come questa magica “Frozen”. L’album si avvale della mano felicissima di William Orbit alla produzione e brilla realmente di luce propria. Come ai bei tempi, verrebbe da dire. “Frozen” è magico esempio di dove può arrivare Madonna in questo lavoro: ci fa muovere con dolcezza e ci cattura con un forte cuore spirituale, che pervade comunque tutto il disco. “Frozen” sembra fredda e distaccata e invece ha una vera anima calda e struggente. Favoloso il lavoro ritmico (per non parlare di quello stacco d’archi sublime) in un brano, che ha un peso specifico tutto suo, variegato e cangiante.

HANG UP

2005, da “Confessions On A Dance Floor”
Nel suo decimo album Madonna ha deciso di portarci tutti in pista e, diciamolo, ci riesce, complice, anche questa volta, la felice scelta di un produttore con i fiocchi come Stewart Price (Les Rhymes Digital). E così tra anni ’80 che ritornano, tuffi nei ’70, elettronica ben curata e groove synthetici, i nostri piedini non restano mai fermi. Madonna vola decisamente alta in questa “Hang Up” e pure nel video ci dimostra che nessuno può stare fermo alla sua “voglia di dance”.

GIVE IT 2 ME

2008, da “Hard Candy”
Altro giro di giostra e altra produzione (così come co-scrittura dei brani) affidata a gente di tutto rispetto sul campo, come i Neptunes di Pharrell Wiliams, Timbaland e Justin Timberlake. Per chi mastica questi autori non c’è poi niente di nuovo sotto il sole, a essere sinceri. Classico lavoro forte sul ritmo, che si apre, si spezza e riparte e via quella patina quasi retrò che c’era in “Confessions On A Dance Floor”. C’è da dire che in “Give It 2 Me” Pharrell fa davvero il suo e molto bene.

BONUS TRACK: CRAZY FOR YOU

1985, dalla “colonna sonora del film ‘Crazy For You'”

In ogni TOP 10 che si rispetti credo ci debba essere spazio per i classici dell’artista ma anche per qualcosa che va a toccare il personale dell’autore della lista. Ecco, questa “Crazy For You” non è solo una ballata deliziosa e, tutto sommato, storica per Madonna, ma è anche qualcosa che mi tocca davvero nel personale. Pensavo quindi di non metterla. Poi una recente chiacchierata con la persona a cui avrei sempre voluto dedicare questo brano mi ha fatto capire che, beh, un suo posto lo meritava. Il titolo già  la dice lunga. E’ facile riversare in una canzone tutte le emozioni, le sensazioni, le speranze e i desideri che si hanno verso una persona, facile perchè parole e testi di una canzone, spesso, sembrano fatti apposta per colei (o colui) che abbiamo in mente. Succede così per me con “Crazy For You”. Una canzone semplice eppure capace di rubarmi le parole di bocca.

Credit Foto: Madonna Press