“Showboat Honey” è il nuovo album di Kyle Craft, l’artista della Louisiana trasferitosi a Portland, città dove ha potuto e saputo esprimere le sue potenzialità . Ma questo ed altri aspetti della vita e della personalità del giovane artista li conosceremo attraverso le quattro chiacchere che Kyle ha fatto con noi proprio nei giorni in cui il suo nuovo album iniziava a riempire gli scaffali dei migliori negozi di dischi (mi piace usare queste immagini che ormai sono solo frutto della mia fantasia e soprattutto dei miei ricordi!).
“Showboat Honey” è pure il nome della band che da un po’ di tempo accompagna Craft nei concerti ed in sala di registrazione: giusto quindi onorarli intitolando il disco in loro onore. L’album è una raccolta di brani evergreen, quelli che ascolti con piacere senza scomodare quella zona del cervello che cerca di trovare risposte razionali o di stampo intellettuale quando ti chiedono cosa ne pensi del disco. L’artista è spesso paragonato al mondo glam di David Bowie ma non possiamo limitarci a questa sola immagine. Ci sono varie influenze nella varie tracce dell’album. Le sua radici del Sud sono ben riscontrabili in pezzi southern rock come la tenace “O! Lucky Hand” e la più riflessiva “Bed of Needles #2”. Il glam salta subito all’orecchio in “Blackhole/Joyride” e “She’s Lily Riptide” per finire alla romantica ballata “Deathwish Blue”. Ma sentiamo cosa ci racconta Kyle del suo disco e di altre cose interessanti…
Raccontaci come sei finito a Portland e come essere nato e cresciuto in Louisiana ha influenzato il tuo scrivere musica.
Giravo a casaccio seguendo la moda del DIY…non avevo idea di cosa stavo facendo, ma in tutte quelle piccole e caotiche avventure ho fatto molti buoni amici. Portland è stato il luogo in cui ho stretto moltissime amicizie e ho quindi pensato che fosse il posto ideale per formare una band. Per quanto riguarda la Louisiana, sono sicuro che avrà sempre una piccola influenza nel genere di musica che compongo. Di tanto in tanto mi manca la mia terra, specialmente i miei amici laggiù.
Il tuo stile è decisamente anni ’60 con una decisa tendenza al glam rock. Quali sono stati gli artisti che più ti hanno influenzato?
In realtà non mi considero “glam”. Apprezzo i vecchi vestiti nello stesso modo in cui apprezzo la vecchia musica. è strano ed un po’ deludente perchè io mi sento perfettamente attuale nell’era del BBQ-chic, se ti vesti “glam” o indossi un abito vecchio stile la gente pensa che sia un costume o qualcosa del genere…comunque, Dylan, Bowie, Keith Richards, Leonard Cohen, Leon Russell, Patti Smith…la lista potrebbe proseguire all’infinito.
Credi che il rock goda di buona salute nel periodo attuale?
Devo fare attenzione a quello che sto per dire … Penso ci sia spazio per una sorta di ritorno del rock n roll. Viviamo in un momento in cui le cose diventano di plastica e vengono gonfiate a causa del culto della personalità …(“cult of personality shit”). Quello che mi piace del rock n roll è la sua umanità , non quanto sintetico e splendente può essere. Le persone non sono più interessate all’aspetto umano delle cose, non vogliono vedere il lato sanguigno, vogliono piuttosto vedere il cablaggio, i meccanismi che fanno scorrere il sangue. Non sto dicendo che sto portando nuova luce nel panorama musicale ma penso che ci siano nuove band che lo lo stanno facendo…The Nude Party, Idles…quei ragazzi sono umani, sanguinano energia a modo loro.
Sei molto critico nei confronti del tuo lavoro. Ho letto che hai cambiato metà delle canzoni del nuovo allbum dopo averlo praticamente finito.
Sì…è vero. Forse sembra più folle di quello che è. Mi sento come una moltitudine di artisti che scrivono le migliori canzoni che possono per poi scegliere le più belle. Per quanto riguarda questo disco immagino che la differenza qui sia che i pezzi erano già mixati e stavano per essere masterizzati, a quel punto ho deciso di eliminarli.
Sappiamo del tuo amore per Dylan ma “Buzzkill Caterwaul” potrebbe essere un pezzo scritto da Sir Paul McCartney. Ti piace il paragone?
Sentirò di questo paragone ogni giorno dell’anno…e sì, sono d’accordo. Finito quel pezzo ho pensato la stessa cosa.
Sei politicamente impegnato? Hai un’idea di futuro che ti piacerebbe raccontare nei tuoi testi?
Lo ero…non molto ora. Non ho paura di dire” fanculo questo o quell’altro”o “fanculo Trump”, ma tutto è diventato così sgradevole, così tristemente schifoso. è la dimostrazione di quanto possa essere disgustosa la razza umana quando viene lasciata nell’oscurità . Tutti si sentono traditi. Iniziano a sussurrare segreti fino a che la città si riempie di gente inferocita. Non so che aspetto potrebbe avere un futuro più luminoso…forse uno in cui non ne facciamo parte? Non sono sicuro se è perchè sto invecchiando o semplicemente perchè sto perdendo la mia empatia, mi dispiace sembrare così scuro…la gente ama la speranza…è una facile vendita in un mondo così fottuto.
Ascoltando brani come “Blackhole Joyride” o “She’s Lily Riptide” riesco ad immaginarti muoverti sul palco come una grande stella del glam rock. Hai mai pensato di scrivere un musical?
No. Non sono molto interessato alla teatralità . Cerco solo di emozionare e divertirmi con quello che sento. Penso invece che io ed i componenti della band siamo piuttosto esuberanti sul palco.
Trovi che aver trovato una band stabile possa favorire una tua evoluzione artistica?
Dipende dai membri della band!!! Penso che sia solo una strada diversa per raggiungere lo stesso posto. è divertente lavorare con le persone ma mi piace lavorare da solo allo stesso modo.
Sunday Driver è tra le mie canzoni preferite con quella chitarra sporca ed il tuo canto arrabbiato: di casa parla esattamente il brano?
Beh, ho avuto la peggio a causa di un grosso malinteso…si tratta di essere messo al tappeto, analizzato dalle autorità …ognuno è un poliziotto adesso e per me è ok essere il ladro. Devo solo andarmene via, scappare, anche se senza i soldi.
Ci sono artisti/band che hai notato in questi ultimi mesi e che ci consiglieresti?
Come ho detto prima…Idles, The Nude Party, il groovy di Jonathan Wilson, Juan Waters è fantastico. Dick Stusso è un cantautore molto sottovalutato. Sharon Van Etten è una santa”… Cristo, Natalie dei Weyes Blood mi ha fatto impazzire qualche mese fa a Portland!
Sei mai stato in Italia? Ci sono programmi per l’Europa?
Non sono mai stato in Italia. Ho sentito che è stupenda. Cercherò di venirci un giorno! Magari quando la musica rock farà il suo grande ritorno…cosa si diceva prima?
Credit Foto: Peter Karaviaw