Non sono passati nemmeno due anni da “If Blue Could Be Happiness” e questo weekend Florist è tornata con il suo terzo LP, chiamato semplicemente “Emily Alone”.
La Sprague, infatti, si è trasferita a Los Angeles, dove questo nuovo album è stato scritto, mentre i suoi compagni di band sono rimasti nello stato di New York, costringendo dunque Emily a rimanere l’unica componente del progetto.
Dopo la morte della madre, la fine di un’importante relazione sentimentale e alcuni mesi di forte depressione, la musicista statunitense ha composto questo suo nuovo LP, che riflette dunque il suo stato d’animo.
Maggiormente solo chitarra e voce, “Emily Alone” ha uno stato d’animo estremamente personale e riflessivo: ogni canzone ha questa sensazione minimalista, ma non per questo è meno bella, anzi probabilmente ciò permette alla Sprague di aumentare il senso di intimità dei suoi pezzi.
Interessante anche l’utilizzo dello spoken-work (sia all’inizio di “Celebration”, dove in seguito Emily lascia spazio a una seconda parte cantata e molto dolce, che nella corta “Still”), usato per continuare nelle sue meditazioni, mentre la sola “M”, in cui parla della madre, vede la voce della Sprague accompagnata da un gentilissimo piano, che la rende assai toccante.
“Today I’ll Have You Around” chiude il disco, dopo quasi quaranta minuti, nella maniera più morbida possibile ed è probabile che l’acqua che si sente più volte in sottofondo abbia un significato liberatorio.
Noi ovviamente non possiamo che rimanere profondamente colpiti dal grande cuore della Sprague e dai suoi toni che, seppur piuttosto dolorosi, profumano di sincerità , di purezza e di bellezza.