Un best of è una tela intricata che può farti incazzare, oppure può diventare un universo immaginario e ideale in cui incontrarsi con i brani più amati di una band o di un autore. Gli Spoon sono una struttura complessa costruita su una discografia ampia che abbraccia quasi un ventennio e allora “Everything Hits at Once:The Best of Spoon” è congeniale a ricapitolare una carriera.
Un best of, a causa delle playlist, può sembrare uno strumento in disuso, buono per gli scaffali dei negozi di elettronica e per chi compra cd da ascoltare in auto, eppure gli Spoon fanno un uso sottile di questo strumento.
L’araba fenice del mercato discografico che torna ricca di brani importanti per la carriera della band, fondamentale è la presenza di “Hot Thoughts” o “Everything Hits at Once”.
Il significato dell’uscita è radicato direttamente nel percorso discografico della band ed effettivamente a rispettare l’idea è anche la setlist dei brani, posizionati con una cronologia puntuale.
L’idea di evoluzione che si scontra, incontra e dialoga con quella di rivoluzione. Un sound che può sembrare in disuso, ma è ancora assolutamente funzionale a trasmettere messaggi importanti, come in “No Bullets Spent” (brano inedito pubblicato).
Il contenitore è una riproposizione validissima per i fan storici, meno probabilmente per chi vuole avvicinarsi all’universo Spoon. Il ventaglio è comunque ampio, ma se vi aspettate di sentire una “cacofonia di voci”, come Ted Chiang in ‘The Great Silence’ rimarrete delusi, perchè rimarrà solo un insopportabile silenzio, impossibile da spiegare.
Cautela e divertimento sono le due attitudini con cui avvicinarsi al lavoro: gli Spoon rimangono dei monumenti, ma in alcune occasioni rischiamo di fare una semplice e scialba abitudine anche alle effigi più belle.
Forse l’idea di rilanciare e riversare una raccolta di brani in un best of è un’idea malsana o forse c’è solo bisogno di una grande spinta di contorno, di un’idea astuta per integrare i brani ad uno storytelling più accattivante.
I pezzi bellissimi degli Spoon restano ed è un piacere riascoltarli ma, in “Everything Hits at Once:The Best of Spoon”, tutto è misurato e troppo regolare. Gli Spoon forse volevano vincere facile, ma talvolta è meglio perdere con stile.
E se, come scrive Ted Chiang in Exhalation: “Civilization now depends on self-deception“, noi preferiamo rimanere genuini. “Everything Hits at Once:The Best of Spoon” è una prova, una corsa contro qualcosa che rischia di essere non fuoritempo ma perlomeno by-passabile.