Sono passati poco più di due anni dall’uscita del suo sophomore “I’m Not Your Man” e Marika Hackman è ritornata questo weekend con un nuovo LP, pubblicato da Sub Pop Records e prodotto da David Wrench.
Abbandonato l’indie-pop del disco precedente, la musicista londinese ha deciso, invece, di seguire riferimenti anni ’80 dal sapore synth-pop con arrangiamenti nitidi e grandi cori.
Il disco si apre, in maniera piuttosto inaspettata con “Wanderlust”, che ci riporta indietro alle sue origini folk, con una delicatezza lo-fi dall’atmosfera molto cupa, ma comunque assai gradevole.
Parlavamo, invece, di influenze anni ’80 ed ecco subito la seconda traccia, “The One”, che ci porta su quei territori con synth e cori catchy, pur lasciando spazio anche a qualche riff di chitarra decisamente ispirato: un brano elegante, ma piuttosto noioso per i nostri personali gusti.
Rimaniamo nella stessa epoca anche con “I’m Not Where You Are”, dove è ancora abbondante l’uso dell’elettronica con sapori new wave e perfino tendenze dancey, mentre la voce della Hackman rimane comunque sempre dolce e calda.
Se “Conventional Ride” contiene influenze psichedeliche, pur non dimenticando una vena pop e risulta essere uno dei pezzi più convincenti di questo nuovo LP, “Come Undone” aggiunge altre pennellate di synth-pop degli anni ’80.
Alla fine dei conti “Any Human Friend” è un disco che musicalmente – a nostro avviso – non centra completamente il bersaglio: seppure non manchi mai un piacevole senso melodico e la voce di Marika sia uno dei suoi punti forti, queste nuove tendenze electro-pop, dopo alcuni ascolti, tendono a farsi dimenticare. In ogni caso bisogna apprezzare lo sforzo fatto dalla musicista inglese per mantenere vivo l’interesse nei confronti della sua musica: sarà sicuramente interessante vedere quali strade saprà calpestare nel suo prossimo capitolo. Per questo album, invece, arriva una sufficienza stretta e con alcune riserve.