Il loro omonimo primo LP era arrivato solamente nel febbraio dello scorso anno, ma gli Olden Yolk gli hanno già  dato un seguito, realizzato nello scorso maggio: la nuova fatica sulla lunga distanza della band formata da Shane Butler dei Quilt e dalla multistrumentalista Caity Shaffer è stata co-prodotta insieme a Jarvis Taveniere dei Woods, già  al lavoro con loro anche nell’ottimo esordio, e vede la partecipazione di Booker Stardrum, Eliza Bagg (Roomful Of Teeth), Frank Matson (Matson), Peter Wagner e Benjamin Levinson.

Composto da dieci pezzi, di cui due strumentali, questo sophomore ci accompagna su territori che svariano dal folk al pop, passando per la psichedelia e qualche leggero velo di elettronica.
Il nuovo viaggio si apre con “240D”, che vede i main vocals da parte di Butler: la leggerezza del loro psych-folk è assolutamente gradevole e nostalgico e ha un tono pop che ci riporta indietro agli anni “’60 (The Byrds, The Beatles).

La successiva “Blue Paradigm”, cantata dalla Shaffer, ha un aspetto più rock, con leggere percussioni, trame più complesse e una maggiore energia; in “Castor And Pollux”, invece, appaiono per la prima volta i synth, ma il paesaggio, sebbene più cupo, rimane comunque molto soft e i vocals di Caity risultano assai riflessivi.

Restiamo colpiti dalle percussioni decise e veloci di “Every Dark”: anche qui l’atmosfera è parecchio scura, ma c’è comunque un non so che di retrò che aggiunge un piacevole tocco alla canzone.

“Distant Episode”, ricca di delicata e preziosa strumentazione, è molto suadente e intima e ci regala delle sensazioni dreamy che ci fanno ricordare i Beach House, probabilmente per quei panorami sonori così angelici.

Questo sophomore mette in luce doti a noi ancora sconosciute del duo di New York City che sicuramente elevano la qualità  del loro prodotto: Butler e la Shaffer sono riusciti a convincerci ancora una volta e a noi non rimane che rimettere le cuffie e ascoltare nuovamente il loro nuovo viaggio.