Cosa ci dice questo disco di Shura? Mah, forse che quando arriva l’amore e inebria cuore e cervello le ansie sembrano scomparire. Ci si sente bene. E lo si vuole far sapere. E’ una bella sensazione, anche per l’ascoltatore che viene investito da una carica di positività e si sente fortemente empatico verso l’autrice. Tanto quanto nell’esordio si parlava di rotture, insicurezze e complicazioni ora siamo di fronte a una specie di film in cui il lieto fine è d’obbligo, ma anche uno di quei film in cui la protagonista trova magicamente la sua strada, esprime le sue emozioni in modo diretto, vulnerabile e chiaro e forma la sua personalità , e nel farci vedere tutto questo percorso il regista ci propone le immagini con una colonna sonora dolce, romantica e carezzevole.
Il disco ci dice anche che forse la corsa musicale alla ripresa di sonorità anni ’80 sta finendo, certo una rondine non fa primavera, ma, almeno per quanto riguarda Shura, la fanciulla più che guardare a quegli anni come nell’esordio, si espone ad abbracciare gli anni ’70 e lo fa con un candore, una leggerezza e a tratti anche una delicata sensualità che conquistano. Ci aggiungerei pure che “Forevher” è un disco ricco di speranza, la stessa che ha animato la compositrice britannica nel raggiungere la sua amata dopo una conoscenza solo telematica e l’inevitabile relazione a distanza.
Morbidezze r’n’b che scivolano su ballate delicatissime. Passo indietro rispetto all’esordio? Passo in avanti? Me ne frego, lasciatevi andare a queste carezze e non pensate a null’altro.