l 24 settembre del 1999 usciva “Verdena”, omonimo esordio di una delle band più amate della musica italiana. In occasione del 20 ° anniversario dalla pubblicazione, il prossimo 20 settembre il trio bergamasco darà nuova vita a questo album, attraverso una nuova edizione arricchita da contenuti ““ sinora tenuti nel cassetto ““ che includono brani inediti, versioni demo, acustiche e live.
“Verdena ““ 20 ° Anniversary Edition” sarà disponibile in due formati: 2CD e 3LP.
Il doppio CD contiene l’album originale, la cui prima traccia ““ “Ovunque” ““ presenta un mix alternativo alla prima versione ormai dispersa. Come si evince dal sottotitolo, il secondo disco contiene, invece, “5 Relitti, 2 Residui, 2 Avanzi e un Demo”. Due di questi brani sono già contenuti nell’EP Valvonauta (“Bonne Nouvelle” e “Piuma”), altri due pezzi (accantonati dalla band perchè non soddisfatti dell’esecuzione) sono “Corpi” (inedita) e “Fiato Adolescenziale”, registrati entrambi da Giorgio Canali nella stessa sessione del disco del 1999 e poi mixati nel 2019 da Alberto Ferrari all’Henhouse. A completare la tracklist, una versione acustica di “Fuxia”, una di “Ormogenia” recuperata da vinile (poichè anch’essa dispersa) e una “primordiale” “Ormogenia”, registrata su 4 piste a cassetta nel corso di una delle tante jam casalinghe (Da Giordi); in chiusura un passaggio abbozzato in acustico (“Oggi”) e una versione live di “Shika” (altro inedito).
Il triplo vinile contiene 2 LP interamente dedicati all’album originale rimasterizzato da Giovanni Versari, sound engineer di fiducia dei Verdena, mentre il terzo LP contiene gli stessi “5 Relitti, 2 Residui, 2 Avanzi e un Demo” del secondo cd in digipack.
Il disco è prodotto da Giorgio Canali (ex-chitarrista dei CCCP, ai tempi membro dei CSI) allo Studio Sonica di Calenzano (FI). L’album venderà più di quarantamila copie e varrà alla band il Premio PIM di Repubblica come “Miglior gruppo rivelazione del 1999”.
Questo il prezioso ricordo di Giorgio Canali: “Ho delle immagini precise dei Verdena in registrazione nello studio B di Sonica a Calenzano, in trio, tutto dal vivo tranne le voci, senza cuffie e senza metronomo, come del resto sono solito fare da trent’anni a questa parte. Francesca ed io a piazzare microfoni in giro e a sperimentare qualche soluzione tecnica che lei aveva imparato a Seattle nello studio di Stone Gossard.
Mi chiamano dalla casa discografica e mi dicono: “‘Devi venire a fare due chiacchiere, abbiamo un gruppo che ci piacerebbe producessi tu, visto che con il rock ci sai fare, ma non possiamo dirti nulla per telefono perchè blahblahblah (solite menate di segretezza che non capirò mai)”. Io fermo subito il mio interlocutore e gli dico “Guarda, ti dico subito che se non sono i Verdena o gli Ulla “‘la bambola che ti trastulla’ (chissà che fine hanno fatto?) è inutile che venga a Milano perchè non produco cose che non mi piacciono’. Piccolo silenzio dall’altra parte del filo”…e poi mi rispondono che sì, si tratta dei Verdena, stupiti che io li conoscessi e di mantenere la segretezza.
Prima di registrare l’album, per conoscerci meglio e capire come funzionavano, ho fatto aprire ai Verdena qualche mio concerto. Fra questi ce n’era uno al Fuori Orario vicino a Parma. Qualche anno dopo mentre ero in tour in quel club con Le Luci Della Centrale Elettrica, uno dei proprietari mi chiese che fine aveva fatto quel gruppo fighissimo con una bambina che suonava la batteria e una ragazza al basso che aveva aperto la serata prima di me”…non voleva credere che fossero i Verdena”…pensava lo stessi prendendo in giro“.