Ritorno graditissimo ““ via Lucky Number Music – questo weekend per Jay Som, che ci aveva colpito poco più di un paio di anni fa con il suo sophomore “Everybody Works”: registrato, prodotto e mixato a Los Angeles dalla stessa Melina Duterte, titolare del progetto, “Anak Ko” significa “mio figlio” in lingua filippina, terra di origine della musicista californiana.
Melina per questo terzo album, oltre che dalla sua live-band, si è fatta aiutare anche da numerosi collaboratori esterni come Justus Proffit, con cui aveva realizzato un EP lo scorso anno, Vagabon, Annie Truscott delle Chastity Belt e altri probabilmente per rendere il suo lavoro ancora più ricco, completo e interessante.
L’evoluzione della Duterte c’è e si sente in queste nove tracce e non mancano spunti interessanti che vanno oltre al dream-pop del precedente lavoro.
Possiamo parlare della raffinatezza dai sapori jazzy della dolcissima “Tenderness” o dell’indie-synth-pop di “Devotion” oppure della conclusiva “Get Well”, in cui Jay Som disegna con la sua chitarra dei bellissimi, colorati e ampi panorami sonori dalle influenze country: il disco, è inutile negarlo, funziona e ancora una volta ci incanta a dovere, anche grazie alla voce estremamente delicata e tenera della Duterte.
Unica nota negativa è la title-track, “Anak Ko”: molto apprezzabile il tentativo di abbracciare toni psichedelici da parte di Melina, ma l’atmosfera risulta, a nostro avviso, troppo cupa e anche i vocals, normalmente un punto di forza nel sound della musicista californiana, non ci convincono e sembrano perdere la direzione proprio come il suono.
Tirando le somme questa terza prova di Jay Som è comunque assai positiva, piena di emozioni, melodie e sincerità : l’ambizione e il coraggio non mancano a Melina. Uno spazio nel panorama indie-rock internazionale le spetta di diritto.
Photo Credit: Lindsey Byrnes