Erano chiamati alla fatidica prova del nove i Whitney, dopo il fortunato esordio del 2016 con “Light Upon The Lake”. Spoiler: prova superata.
Max Kakacek e Julien Ehrlich hanno trovato il vestito che più gli si confà , e con quello addosso sono a proprio agio e riescono quindi a muoversi con la disinvoltura e la sicurezza del caso.
La scrittura è semplice, non per questo non emozionale, fatta di sentimenti genuini ed intimi, di quella che con quel tepore e quella nostalgia non può che scaldarti e coccolarti cuore e mente. Il folk minimale, delicato ed ovattato, diventa quindi il compagno d’arte perfetto, facendosi aiutare quando serve da piano, archi e fiati.
Anodino e lieve, soul quanto basta e spontaneo a puntino, l’album fila via organico che è un piacere: senza picchi, ma senza nemmeno flessioni in termini di qualità , e per questo 2019 i ragazzi di Chicago riescono a regalarci una preziosa e gradita conferma. Godiamocela senza troppi pensieri: tempo per aspettarsi dell’altro, ce ne sarà .
Credit Foto: Olivia Bee