Parlare di “American Thighs” dei Veruca Salt mi riporta alla mente le mie spedizioni in edicola a comperare Rumore, gli ascolti notturni di Radio Rai e MTV.
Prendevo Rumore fin dai primissimi numeri. Ero appassionato di metal e Claudio Sorge era, per me e il mio amico Enrico, un vero guru del genere. Lo ascoltavamo sempre anche in radio nel suo programma dal titolo omonimo al giornale. Certo che con una rivista così non ci si poteva fermare di certo solo al metal: era un piacere scoprire nuovi mondi musicali, nuove band e posso tranquillamente dire che la mia passione per la scrittura e la ricerca costante sia nata tra quelle pagine. C’èra poi il lato degli ascolti. Non era certo facile sentire e ascoltare la maggior parte di quelle band di cui leggevo articoli e recensioni. Ci pensava Planet Rock a sfamare questa voracità  o le puntate di Alternative Nation su MTV, che erano ancora più gradite perchè c’erano pure i video (e i video dei Veruca me li vedevo con piacere perchè Louise Post era bellissima!!!).
Fu così che nella pagina dedicata all’indie-americano di un numero di Rumore, nel lontano 1994, vidi il nome di questa band e il responso (la recensione era corta e concisa ma decisamente chiara) era piuttosto positivo. Radio e TV fecero il loro dovere, facendomi entrare alla perfezione nel mondo sonico di Nina Gordon e Louise Post. Amore al primo ascolto.

Comperai “American Thighs” a un negozio di dischi veronese chiamato Pentagramma (che ora non esiste più, purtroppo). Cristo quanti soldi ho lasciato in quel posto, alcuni molti ben spesi (altri no, giusto dirlo!). L’esordio dei Veruca Salt sta sul piatto positivo della bilancia, perchè lo adorai all’istante e, che ci crediate o meno, è ancora parte dei miei ascolti giornalieri, visto che svetta nella chiavetta mp3 che ho in macchina.

All’epoca, ancora un po’ inesperto e non certo con una buona completezza musicale alle spalle, leggevo questi riferimenti come Juliana Hatfield, Breeders o Pixies (queste ultime due erano band che spesso venivano citate, a dire il vero, anche per molti altri gruppi) con un pizzico di sufficienza, ma con la voglia e la necessità  di andare a saperne di più. Sta di fatto che solo in seguito capii che quei nomi erano davvero tutelari del sound dei Veruca Salt, che però dal canto loro ci misero una freschezza e un piglio assolutamente invidiabile per far si che l’album non fosse una fotocopia di suoni già  noti, ma brillasse anche di una vera personalità . Il disco è decisamente figlio del suo tempo, ma ha un suono non patinato, due cantanti carismatiche che s’incontrano alla perfezione e delle melodie clamorose che permettono all’album di reggersi molto bene sulle proprie gambe anche oggi, a distanza di 30 anni.

Facile lasciarsi prendere da quel riff bruciante di “Seether” (un singolo pazzesco a dire poco, dai!) o dal basso ipnotico e dall’aria pop di “Number One Blind”, ma sia che le fanciulle alzino il volume delle chitarre e delle loro voci (“All Hail Me”), sia che prevalga un lato più avvolgente e quasi popedelico (“Spiderman ’79”), il risultato è sempre ottimale. Adoro i Veruca quando partono piano e poi esplodono letteralmente passione e carica emozionale, tipo “Celebrate You”, ma attenzione alle schegge impazzite tipo “Victrola”, che lasciano dei segni indelebili sulla nostra pelle, tagli senza possibilità  di essere rimarginati. Segnalo con piacere la ballata “Twinstar”, dimostrazione che anche è perfettamente nelle corde della band questa proposta e sopratutto la narcolettica “25”, abbagliante nel suo assolo finale, che però nell’intro contiene già  i germi di quella svolta più hard-rock che troveremo nel secondo album, gestita alla perfezione da Bob Rock.

30 anni dopo i Veruca Salt ci sono ancora, proprio nella formazione che incise questa deliziosa perla sonora. Se qui non parte un tour celebrativo io scendo sul piede di guerra!!!

Pubblicazione: 27 settembre 1994
Durata: 52:24
Dischi: 1
Tracce: 13
Genere: Rock alternativo, Grunge
Etichetta: Minty Fresh/DGC
Produttore: Brad Wood

Tracklist:

Get Back
All Hail Me
Seether
Spiderman ’79
Forsythia
Wolf
Celebrate You
Fly
Number One Blind
Victrola
Twinstar
25
Sleeping Where I Want