La luce rossa su sfondo nero di “Turn On The Bright Lights” di due anni prima aveva fatto innamorare di questi ragazzi di New York, eleggendoli quasi automaticamente a portabandiera del movimento cosiddetto post-punk revival.
Erano attesi alla conferma gli Interpol con il loro secondo album: conferma che arriverà puntuale.
Tutti li aspettavano insieme a quelle atmosfere notturne, profonde, malinconiche che avevano caratterizzato l’esordio, ma è già dall’apertura demandata a “No Exit” che abbiamo le prime avvisaglie: quello che solitamente potrebbe essere un pezzo di chiusura, un solenne commiato, è invece un’apertura. Il buio, almeno quello profondo, sembra alle spalle, si va incontro ad un nuovo inizio: “We ain’t going to the town, we’re going to the city” canta il baby-faced frontman Paul Banks, con quella voce che ha tutti i crismi per riportare alla mente i momenti più memorabili del post-punk anni ’80, ma che ora vira decisa sulla strada che non disdegna affatto la prevalenza della componente melodica.
Si riparte e filtra la luce, il suono si fa, senza snaturarsi, più pieno, affascinante, elegante come i loro interpreti.
Carlos D (la cui successiva dipartita, a detta di molti, segnerà una perdita artistica fondamentale per la band) piazza l’innesco di basso perfetto, semplice quanto baldanzoso ed indimenticabile in “Evil”, ed il canovaccio si fa evidente: la parte strumentale, per quanto ancora minimale al netto di qualche arricchimento dato dalla tastiera, apre il ventaglio e prende spazio ed aria, il lavoro di Fogarino sulle pelli è meticoloso e volutamente ricercato, Kessler tesse le tele di chitarra schematico, tra crescendo fatti di pennate ed arpeggi semplici, ma precisi e pulsanti.
Meno tagliente, meno spigoloso e secco dell’esordio, il suono si fa più magnetico, caldo e coinvolgente, senza però perdere l’animo di tenebrosa e triste desolazione, quell’approccio nervoso e meccanico, che renderà la band newyorkese termine di paragone del settore per gli anni a venire: pezzi come “Slow Hands” e “C’mere” faranno del trasporto il loro tratto distintivo.
La luce è accesa, in tutti i sensi, sugli Interpol, che oltre i fan conquisteranno anche il mercato: l’album raggiungerà la vetta della U.S. Top Independent Albums, toccherà piazzamenti di rispetto in lungo ed in largo per il mondo, e sarà Disco d’Oro, tra gli altri, in U.K. e U.S.A.
Interpol – Antics
Data di pubblicazione: 27 Settembre 2004
Tracce: 10
Lunghezza: 41:39
Etichetta: Matador
Produttori: Interpol, Peter Katis
Tracklist:
1. No Exit
2. Evil
3. Narc
4. Take You On A Cruise
5. Slow Hands
6. Not Even Jail
7. Public Pervert
8. C’mere
9. Length Of Love
10. A Time To Be So Small