Uno delle nuove band più interessanti di questi ultimi mesi sono sicuramente i Penelope Isles e il loro album d’esordio, “Until The Tide Creeps In”, uscito lo scorso luglio per la prestigiosa Bella Union, ha dimostrato tutte le loro potenzialità : oggi ci attende finalmente l’attesa prova con il live-show al Covo Club di Bologna.
Pronti per festeggiare l’ormai quarantesimo anniversario, la storica venue di viale Zagabria inaugura la sua nuova stagione con una grandissima festa: stasera suoneranno prima i ravennati Clever Square e poi il gruppo originario dell’isola di Man, ma ora di stanza a Brighton e in seguito sarà tempo di danze e divertimento in compagnia di tutti i dj che si alternano normalmente alle sue consolle.
Si parte alle undici e trentacinque e lo si fa nel modo migliore con il singolone “Chlorine”, dove le due chitarre accompagnano le voci sognanti dei simpatici fratelli Jack e Lily Wolter, fondatori di questo progetto, creando ottime sensazioni melodiche: nella parte finale del pezzo trova spazio la prima delle tante jam della serata, in cui l’energia la fa da sovrana.
Per la seconda canzone della serata, “Underwater Record Store”, la bionda frontwoman abbandona il basso per i synth: la canzone si muove nel mondo dream-pop con una grande sensibilità e delicatezza sino a quando le due rumorose sei corde ci trasportano verso territori shoegaze dall’aspetto ben più duro e dalla maggiore intensità .
“Not Talking” ha un non so che dei Radiohead: i suoi gentili arpeggi chitarristici, accompagnati da synth altrettanto morbidi, sanno regalare momenti fatati. Ci lasciamo trascinare verso questo mondo di magia con tutta la lentezza necessaria per poterne assaporare ogni singolo attimo.
Le sensazioni di “Cut Your Hair” sono altrettanto belle, così come i suoi morbidi e incantevoli cori, ma inaspettatamente, con il passare del tempo, il brano si trasforma e lascia spazio a una jam dal sapore shoegaze che vede Jack particolarmente esaltato.
Quando pensavamo che il concerto stesse per raggiungere la conclusione, ecco una sorpresa: non solo avevamo sbagliato la nostra valutazione, ma il gruppo di stanza a Brighton ci stupisce per l’ennesima volta, stravolgendo “Gnarbone”. Lunga poco oltre i sette primi sul disco, live il minutaggio raddoppia e ci aspetta una notevole violenza psych-rock con numerose e lunghissime parti strumentali piene di cattiveria, energia e adrenalina pura: se vogliamo fare un paragone molto attuale, ci ha ricordato qualche brano del sophomore degli Yak, “Pursuit Of Momentary Happiness”, uscito lo scorso febbraio e prodotto da un certo Jason Perce degli Spiritualized. Un viaggio intrigante, incredibile e totalizzante!
I quattro inglesi sanno perfettamente che, dopo averci scossi in maniera così forte, le nostre orecchie hanno bisogno di qualcosa di molto più delicato: la chiusura arriva con la bellissima “Three”, con suoni dolci e tonalità dreamy che ci accompagnano verso la porta del Covo Club con un sorriso e tante emozioni.
Se i Penelope Isles ci avevano convinto su disco, dobbiamo ammettere che questi giovani inglesi live hanno saputo regalarci sensazioni ancora più positive: la magia del momento siamo riusciti a catturarla e crediamo che, come molto spesso è già capitato in passato, quel guru che è Simon Raymonde abbia fatto di nuovo centro.
Un famoso motto della storica venue di viale Zagabria dice: “Succede solo al Covo” e anche in questo caso non possiamo che dargli ragione. Stasera ci tocca tirare fuori la penna rossa e disegnare il famoso circoletto. Meritato.