Kykeon è il nuovo album degli Italiani Rev Rev Rev. La band Modenese che nel 2013 aveva pubblicato il primo omonimo full leinght “Rev Rev Rev”, e successivamente lo splendido “Des Fleurs Magiques Bourdonnaient”, ritorna con questo attesissimo lavoro dal titolo misterico ed ipnotico.
Prodotto da James Aparicio (Spiritualized, Mogwai, Cult Of Dom Keller), il disco esce sotto la storica Psichedelica etichetta inglese Fuzz Club anticipato dai singoli ” Clutching The Blade”, “3 not 3” e “One Illusion is Very Much Like Another” .
E non è assolutamente un caso se i quattro di Modena sono stati invitati a partecipare proprio all’ultima edizione del SXSW di Austin, tra l’altro attirando proprio l’attenzione di Bob Boilen di All Song Considered, visto che proprio di loro nella rinascita dello Shoegaze si parla veramente molto. Una band che ha saputo attirare l’attenzione fin da subito e che riesce anche questa volta a confermarsi in maniera egregia.
“Kykeon” è un album maturo che ci racconta l’importante evoluzione della band in qualcosa di più tenebroso, industriale, ossessivo e dal comparto sonoro altamente stratificato. I suoni pungenti, acidi, letteralmente ipnotizzanti già dal primo brano “Waiting for Gödel” mettono subito le cose in chiaro. La voce di Laura Iacuzio resta nelle retrovie, così ombrosa ed eterea, effettata al punto giusto da echi e riverberi mentre la ritmica martellante e le distorsioni potenti generano un muro di suono senza precedenti in casa Rev Rev Rev. Sembra quasi di essere incastrati in un sogno e di non riuscire ad uscirne quando arriva la seconda traccia, “Clutching the Balde” portando i brividi in tutto il corpo. La dinamica presente in questo pezzo ci trasporta in un’allucinazione cosmica nella quale tutto resiste e tutto collassa allo stesso tempo, vittima degli acidi suoni generati dai pedali auto costruiti da Sebastian Lugli, chitarrista e fondatore della band.
C’è qualcosa che rende l’atmosfera ipnotica e confusionale, che ci trasporta in uno stato di stasi neurale mentre i feedback delle chitarre entrano nelle vene e scorrono fino al cuore, ormai impazzito per l’emozione. Il disco infatti è un capolavoro di produzione e ce ne accorgiamo di brano in brano.
“Gate of The Dark Female” arriva di soppiatto, ci accoglie con un ritmo lento quasi martellante mentre la qualità dei fuzz alla My Bloody Valentine fanno gola alla miriade di chitarristi presenti nell’intero globo. Un pezzo da ascoltare in cuffia, a tutto volume, senza se e senza ma, lasciandosi trasportare senza paura fino ad uno stato di trance profondo visto che la sensazione di pericolo che si percepisce è solamente una profonda illusione plasmata alla perfezione.
Il pezzo successivo “One Illusioni is Very Much Like Another” rilassa la mente dell’ascoltatore grazie al costante ritmo psych accoppiato ad un perfetto drone Sitar che funge da calmante. Forti chiaroscuri sono presenti anche nelle successive tracce del disco. “Egocandy”, saltellante nei suoi abbondanti ritmi psichedelici, “Sealand” noise e confusionale al punto giusto fino ad arrivare alla aggressiva e sognante “Spots On a Dice” che chiude meravigliosamente il disco.
Un disco che scorre facilmente e si fa apprezzare ed amare senza difficoltà , ricco di particolari che verranno colti dall’ascoltatore di volta in volta, qualcosa che maturerà nel tempo e che non lascerà scampo a molti. Se nell’antica Grecia il Kykeon era la bevanda psichedelica consumata durante i riti misterici Elusini, il Kykeon dei “RevRevRev” è una prova di maturità perfettamente modellata, a volte acida, a volte dolce e sapida,di sicuro qualcosa che ci entrerà inevitabilmente nella mente e nel cuore.