Lo si può definire un nuovo esordio sotto il segno del proprio nome quello di Andrea Romano, ex cantante degli Albanopower, che già nel 2013 aveva pubblicato un album dal titolo “Il Fratello”, che aveva raggiunto e ottenuto molti consensi tra pubblico e critica, riuscendo ad essere candidato nella categoria miglior disco di esordio al P.I.M.I. 2013.
Andrea Romano ha confezionato un disco pop, dai suoni leggeri e i testi intensi, in cui esprime tutta la sua personalità . Ma se vi state chiedendo di cosa parla questo album dal titolo contorto “La famiglia non esiste”, la risposta è data dalla soluzione che sapete offrire nei confronti delle seguenti domande:
- Quanta importanza viene data ai legami di tutti i tipi come substrato del nostro essere?
- Quanto ci fa vivere meglio dare importanza ai ruoli?
- Siamo in grado di prescinderne anche se spesso ci si rende conto che privi di legami e ruoli si vive meglio?
Si, lo so, lo so. Sembra davvero complicato se la mettiamo così.
La verità e che è tutto molto più semplice.
Il disco di Andrea Romano si compone di racconti, realtà , personaggi e situazioni diverse. A tu per tu con la ragazza di sempre a fare bilanci sulla vita, silenzi che gravano pesanti sullo stomaco come macigni, paesi d’origine senza speranza, l’amore, il mare, strade, partenze. Vi chiedete cosa c’entra la famiglia con tutto questo? Romano lo sa, i rapporti umani prima e sopra tutto. Domande che spesso non hanno una risposta, qui l’amore e la vita si mischiano all’esperienza individuale.
La famiglia è una parte essenziale della vita, presuppone persone legate tra loro da un vincolo o una certa affinità . Abbiamo rispetto nei confronti di essa, perchè ci viene insegnato ad averne fin da bambini. Ma crescendo in un mondo che è sempre in continua evoluzione viene quasi naturale chiedersi se sia corretto così? Forse diamo troppa importanza ai ruoli? Forse senza legami si vive meglio? Ma siamo umani e abbiamo bisogno gli uni degli altri per migliorarci, e questo disco ne è un po’ la prova.
Ci sono molte cose buone, altre davvero belle, ma il messaggio è tirato e fa fatica ad arrivare al pubblico. Il consiglio è quello di svincolarsi da spiegazioni dispendiose e andare dritti al punto con la propria musica.