Il nuovo “Skins”? Stocazzo.
Il paragone, che viene in mente sin dai primi istanti del trailer, è impietoso. La serie inglese, della quale “Euphoria” vuole essere l’aggiornamento generazionale e americano, era molto più spontanea, distorta, disturbante. Tutto in “Euphoria” appare più laccato, a partire dall’atmosfera drogata, spesso affidata ad effettini e coreografie così citofonate da risultare fasulle anche agli occhi più impressionabili. Anche il politically incorrect è così ostentato e spesso inutile da sembrare messo lì per fare facile scalpore nella puritana America. Le nudità maschili ad esempio, cui vengono dedicate intere carrellate, sono assolutamente gratuite.
Più che una produzione HBO, sembra una serie ad uso e consumo degli spettatori di Netflix. Sebbene possa sembrarlo, questa non vuole essere un’offesa, anzi va dato al colosso via cavo americano di saper giocare molto bene sul territorio del nemico (finale apertissimo, anche un po’ troppo, puntate concepite per essere consumate a flusso continuo). Una serie che viene in mente molto spesso, con la quale condivide la voce narrante e il sottotesto correzionale, è infatti “13 Reasons Why”.
Detto tutto questo, rimangono una narrazione molto avvincente e un cumulo di protagonisti un po’ stereotipati ma interpretati convincentemente, cui è facile affezionarsi. I miei preferiti la Kat di Barbie Ferreira e la deliziosamente svenevole Cassie.