I lettori più fedeli sanno quanto sia alta la mia passione per i Night Flowers. Cercate di non stupirvi troppo quindi se partirò, inaspettatamente, con una critica. Il disco è davvero troppo breve. Siamo quasi in zona EP. Lo metti sul piatto, entri nel clima giusto, ti lasci trasportare dalla voce sempre incantevole di Sophia e tac…siamo in un attimo alla traccia 8. Un paio di pezzi in più io li avrei messi, lo ammetto e un mezzo punticino in meno sono costretto a toglierlo, proprio per questa tracklist un po’ troppo ridotta.

Stiamo comunque sempre parlando dei Night Flowers e quando ci sono di mezzo i propri idoli è dura essere obiettivi. Ma ci provo.

Faccio un salto indietro nel tempo. L’ultima volta che li ho visti live a Londra, nell’ottobre dell’anno scorso, ebbi la fortuna di sentire un paio di brani nuovi che poi sarebbero finiti su questo “Fortune Teller”. Chiacchierando velocemente con Greg Ullyart gli dissi come le canzoni inedite parevano quasi avere un tiro alla Fleetwood Mac, mi guardò sorridendo e disse che avevo ragione. Ora, ritrovarmi citati proprio i FM nelle note stampa che accompagnano il disco, come grande influenza per questo secondo album, beh, mi ha confermato che tutto sommato di musica ne conosco abbastanza, ma sopratutto come i Night Flowers siano ancora una band in evoluzione e pronta a mettersi in gioco. Lo zucchero filato del primo disco poteva essere ripetuto in una formula che, noi devoti, avremmo comunque apprezzato e invece i londinesi guardano al passato, con particolare attenzione a un classic rock anni ’80, senza dimenticare certi arrangiamenti e certi synth che una principessa come Belinda Carlisle avrebbe approvato all’istante.

I Night Flowers cambiano un po’ pelle e riferimenti, come dicevo, negli arrangiamenti (“Lotta Love” ne è l’esempio più chiaro), ma nel farlo non ci fanno mancare la terra sotto i piedi. La scrittura è sempre felice, i ritornelli azzeccati e non è certo solo la voce di Sophia a ricordarci che abbiamo sempre a che fare con la band che ci ha conquistato con l’esordio “Wild Notion”. Non preoccupatevi quindi…romanticismo e dolcezza sono sempre li quando servono e se c’è da alzare un po’ il ritmo tutto funziona ugualmente bene (anche se un brano come “Night Alive”, tanto per dire, con quel piglio quasi alla Pains Of Being Pure At Heart non lo troverete di certo in questo nuovo lavoro).

“Merry-Go-Round” unisce in matrimonio chitarre e synth alla ricerca della pop-song perfetta, mentre la title track (forse uno dei brani più riusciti di sempre dei Night Flowers) ritrova proprio la magia dei pezzi più avvolgenti dell’esordio. La doppietta “Carry On” (pimpante, con il solito pregevole lavoro della ditta Hardy e Ullyart) / “I’ve Loved You” (super tastiere in partenza, poi carezze pop dal ritornello più che appiccicoso) aprono la strada alla magia ovattatta e quasi dream-pop di “No Coming Down”, che ci culla in modo magnifico.

Anche nella seconda puntata i nostri eroi non deludono e fanno battere forte il nostro cuoricino guitar-pop.

Photo Credit: Frederick Fuller