[ndr: Sempre più spesso ci si trova in difficoltà per stabilire una data esatta di uscita di dischi pubblicati anni fa. Anche in questo caso, la stessa Cristina Donà , interpellata da noi di IFB, non ricordava il giorno esatto in questo questo album è stato pubblicato. Essendo comunque in novembre, si è stabilito, in accordo con l’artista, di prendere una data arbitraria del mese, che abbiamo stabilito essere, in questo caso, il primo novembre. Ci scusiamo ovviamente con chi ricordasse altre date o conoscesse il giorno esatto di pubblicazione.]
“I suoni di cristallo nel tuo nido notturno ti sorprendono” scriveva Eugenio Montale in una parentesi di “La Bufera” poesia che apriva la tormentata raccolta “Finisterre”. Quello descritto da Montale era un tempestoso nido di marzo, non poi così diverso dal “Nido” “sui rami d’inverno” che popola i sogni e le note del secondo album di Cristina Donà . Un disco dalle mille anime, ricco di sfumature e di collaborazioni (da Morgan al piano a Marco Parente) uscito tre anni dopo l’esordio “Tregua”.
Anni importanti che hanno trasformato Cristina da grande promessa del rock a splendida conferma, capace di affascinare un musicista dai gusti raffinati come Robert Wyatt che duettava con lei in un brano elegante (“Goccia”) donando al disco un sapore internazionale non comune a fine anni novanta. Non è stata semplice la nascita di “Nido”. Cristina Donà ha ammesso di aver avuto dei dubbi sulla direzione da seguire, affidando la produzione prima all’esperto Mauro Pagani della PFM e poi a Manuel Agnelli.
Due modi molto diversi di concepire la musica che hanno creato il sound soffuso e vibrante, in equilibrio tra acustico e elettrico, tipico di “Nido” ed evidente fin dalla title track in apertura. La voce grintosa della Donà ha attraversato i generi passando dal rock al pop, dal falsetto ai toni intimi e notturni di “Mi Dispiace”, “Volevo Essere Altrove” o “Mangialuomo”. Seguendo il ritmo e contrastandolo, toccando temi importanti in “Così Cara”, “Deliziosa Abbondanza”, “Cibo Estremo” e “Terapie” senza rinunciare a piccoli sprazzi di luce (“L’Ultima Giornata Di Sole”) e momenti sperimentali (“Volo In Deltaplano”).
“Nido” è stato il disco della crescita e del cambiamento per Cristina Donà , simboleggiato dalle due foto di copertina: quella “decapitata” con l’avvolgente poltrona pelosa e quella sul retro, in parrucca rosa da fata. Un cambiamento evidente anche in testi mai così a fuoco e poetici, un nuovo universo fatto di orizzonti che sfuggono, parole inascoltate conservate come fiori sul davanzale, cuori esposti e “uomini mai pronti / amanti troppo occupati a “pensare“. Il secondo album di Cristina Donà ha lasciato il segno ed è un segno importante, anche dopo vent’anni. La qualità del rossetto (e del disco) fa sempre la differenza.
(ndr: Wikipedia e i vari siti musicali non ci aiutano a trovare una data esatta di pubblicazione. Spesso si riporta semplicemente la dicitura “novembre 1999”. Prendiamo quindi per buono il mese e, arbitrariamente, scegliamo il primo giorno dello stesso, come indicativo della pubblicazione).
Data di pubblicazione: Novembre 1999
Registrato a: Next-Officine Meccaniche, Presolana Inc. Studio.
Tracce: 13
Lunghezza: 43:26
Etichetta: Mescal
Produttori: Mauro Pagani, Manuel Agnelli
Tracklist
1. Nido
2. Goccia
3. Qualcosa che ti lasci il segno
4. Così cara
5. L’ultima giornata di sole
6. Volo in deltaplano
7. Brazil
8. Mi dispiace
9. Deliziosa abbondanza
10. Volevo essere altrove
11. Cibo estremo
12. Terapie
13. Mangialuomo