Mikal Cronin lo conosciamo da parecchi anni e le sue collaborazioni con altri artisti nel corso degli anni sono state molteplici: oltre a suonare in numerosi gruppi, il musicista californiano è principalmente occupato nel ruolo di bassista nella band di Ty Segall: non ci pare per nulla strano, quindi, che dalla pubblicazione del suo terzo album, “MCIII”, siano passati ben quattro anni, ma siamo contenti quando, nel suo poco tempo libero, riesce a realizzare qualche lavoro a suo nome.
Questo “Seeker”, uscito nel weekend per la sempre prestigiosa Merge Records, è stato registrato e mixato nel dicembre dello scorso anno da Jason Quever (Papercuts) ai Palmetto Studios di Los Angeles e vede la partecipazione della Freedom Band di Ty Segall.
Scritte in una baita nel sud della California, durante un periodo di isolamento, servito per riprendersi dalla fine di una relazione sentimentale e dal blocco dello scrittore, le dieci canzoni che compongono il suo nuovo lavoro presentano differenze dall’indie-rock melodico e facilmente memorizzabile dei suoi ultimi lavori solisti.
Il disco si apre con “Shelter”, che seppur rumorosa e piena di influenze classic-rock, ha comunque vocals morbidi, percussioni tribaleggianti e ottimi arrangiamenti di archi, che la impreziosiscono.
“I’ve Got Reason”, invece, unisce toni gentili e influenze psichedeliche a momenti garage-rock più incazzati con un basso molto esplosivo (cortesia nientemeno che di Ty Segall), mentre la precedente “Sold” vede il multistrumentista californiano al piano per oltre due minuti, prima dell’entrata anche gli altri strumenti: una bella ballata, passionale e dall’elevata intensità emotiva.
“Guardian Well” ha una strumentazione molto curata e ricca ““ da segnalare l’iniziale armonica che sa tanto di Neil Young e Tom Petty ““ e non nasconde le sue influenze di rock a stelle e strisce: anche qui la passione è viva e colpisce duro l’ascoltatore.
“On The Shelf” chiude il disco con chitarra e voce in modo elegante, sincero e forse un po’ troppo poppy, ma tenero.
“Seeker” è un disco che vede Mikal Cronin trasformarsi rispetto al passato, creando sonorità spesso più ricercate rispetto al passato: forse non tutti i fan potranno apprezzare il suo ecclettismo, ma questo suo sforzo rende il suo quarto LP un lavoro davvero interessante e soddisfacente. Promozione a pieni voti per il musicista californiano.
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