Il disco del francese Erwan Pèpiot poteva essere un tracollo, più che altro nelle intenzioni. Si definisce infatti un incrocio tra suoni alla Joy Division e Belle & Sebastian. Detta così lo si potrebbe già etichettare come megalomane e pretenzioso.
Poi per fortuna è la musica che parla e il suo approccio indie-pop si dimostra decisamente naà¯f, spigliato e movimentato.
Certo il suo tono di voce è profondo, il basso certe volte emerge con un anima post-punk (il brano “Modern Life” ad esempio), ma siamo sicuramente più sul versante B&S (ma in veste lo-fi), con queste chitarre che sanno essere leggere e l’uso di una voce femminile (Aurèlie Tremblay) che ammorbisce molto i toni e li rende più leggeri e accattivanti. Quello che piace, come facevo notare prima, è la vivacità dell’opera, che lavora bene sulle melodie e sul lato incalzante, con piccoli ma colorati particolari in fase di arrangiamento che danno maggior brio al tutto. Insomma un disco che ci piace e che consigliamo.