Avevamo accolto con piacere il singolo dei We Melt Chocolate, e quest’estate è uscito anche il loro primo album eponimo, e le buone sensazioni possono dirsi confermate.
Certo, negli scaffali dei ragazzi toscani non saranno storicamente mancati lavori di paladini shoegaze come Ride, MBV e Slowdive, ma pure influssi più dream pop e post-punk(revival) di gente come Mercury Rev o Interpol ci sono eccome.
Tra distorsioni e delay delle chitarre, una sezione ritmica pulsante e ben calibrata e la voce angelica di Vanessa, l’album scorre, a tratti fluido e fluttuante, che è un piacere.
Tra tutte, spiccano l’affascinante e peculiare intensità di “Let Go”, i ribollenti e concitati saliscendi di “Blue Hair Girl” che ben si dosano con l’atmosfera celestiale data dal cantato, “Space Girl” ottima per riattivare muscoli e nervi per poi rarefarsi in un ipnotico finale, o la lunga chiusura demandata a “Golden Eyes” con la sua andatura suggestiva con le sue impennate nel ritornello e nello special.
In una scena come quella fiorentina avara di particolari note positive, i We Melt Chocolate sono una di quelle liete notizie che lasciano ben sperare per il futuro a breve termine.