Sì, il primo album dei Feet, “What’s Inside Is More Than Just Ham”, ci è proprio piaciuto e non solo per il suo pur brillantissimo titolo, ma anche e soprattutto per la sua musica, che, pur avendo numerosi rimandi provenienti dal passato, è davvero gustosa.
Quando abbiamo avuto l’opportunità di vederli live non ce li siamo fatti scappare: eccoci qui stasera alla Mash House, venue situata in pieno centro della sempre meravigliosa Edimburgo, per testarli anche in questa dimensione.
Dopo il gradevole concerto delle Van T’s da Glasgow, un concentrato energico di suoni alt-rock provenienti dagli anni ’90, è il turno dei cinque ragazzi di Coventry, che salgono sul palco del locale scozzese alle nove e dieci.
E’ “English Weather” ad aprire i giochi stasera: dopo un intro strumentale, la canzone ci affascina con una leggera vena di psichedelia prima di spostarsi verso sonorità più Madchester, che vedono il frontman Jeep muoversi sul palco con balli piuttosto strani e quasi ipnotici (come farà poi nel corso di tutti i seguenti quarantacinque minuti). Il ritornello, invece, non nasconde la sua vena melodica e la sua giocosità ed è davvero irresistibile.
“Axe Man” segue ed è un trip acido e dancey assolutamente godibile, mentre la nuova “Hot Dog” cambia il ritmo più volte: dalla folle frenesia psych iniziale si passa a momenti più calmi e sentimentali per poi tornare ancora una volta al delirio, in cui l’intenso drumming di Hookings è il vero protagonista.
Un po’ sognante, un po’ riflessivo, un po’ Damon Albarn (nel tono della voce di Jeep), “Dog Walking” sembra essere uno dei simboli principali della spensieratezza di questi ragazzi di Coventry che vorrebbero abbandonare la loro università per potersi dedicare interamente alla carriera musicale.
“Good Richard’s Crash Landing” parte con splendide melodie dal sapore british (Kinks anyone?), ma pian piano si trasforma e diventa più dura e intensa, senza che comunque i vocals di Jeep ne perdano in dolcezza.
“Ad Blue” viene definita dal frontman come “dancing song” e diventa davvero difficile tenere fermi i piedi: sarà il suo ritmo intenso, i suoi coretti a-la-Blur, il suo sapore tra il tribale e l’acido, ma questa canzone dei Feet, che era già una delle nostre preferite su disco, anche live si conferma molto gradevole.
C’è solo il tempo per chiudere con “Outer Rim”, la più cattiva, frenetica, adrenalinica e punk della serata e sono già passati quarantacinque minuti: i ragazzi di Coventry si sono dimostrati incredibilmente divertenti anche dal vivo e chissà che il loro sogno presto non si possa avverare.